Carlo Goldoni
Amor contadino

ATTO TERZO

SCENA NONA   Lena e Ciappo; Timone, ritirato fra gli alberi.

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SCENA NONA

 

Lena e Ciappo; Timone, ritirato fra gli alberi.

 

LENA

Lasciami star, ti dico. (fuggendo da Ciappo)

CIA.

Par ch'io ti sia nemico.

LENA

Nemico non mi sei. Lo so, conosco

Che tu mi porti affetto;

Ma sai quel che t'ho detto.

CIA.

E fino a quando

Ho da penar così?

LENA

Soffri, che forse un non penerai.

CIA.

Quando il giorno verrà?

LENA

Può esser mai.

CIA.

Povero disgraziato!

Fignolo fortunato

Sarà sposo di Ghitta, ed io, meschino,

Avrò sempre a soffrirrio destino?

LENA

Ghitta si fa la sposa?

CIA.

Così dicono,

E speranza di ben per me non c'è.

LENA

(La sorella minor prima di me?) (da sé)

CIA.

Vuoi vedermi morir.

LENA

Lo sa mio padre

Che la Ghitta si sposa?

CIA.

Non c'è dubbio:

Nozze senza di lui far non conviene.

LENA

(Ah sì, mio padre non mi vuol più bene). (da sé)

CIA.

E tu, Lena mia cara,

Perché neghi di darbel conforto

A Ciappo tuo?

LENA

(Alla sua Lena un torto?) (da sé)

CIA.

Consolami, carina.

LENA

Lasciami star. (afflitta)

CIA.

Non posso

Vivere più così. Su via, crudele,

Odimi: ho già risolto:

O tuo sposo, o morir. Non v'è più tempo,

Non vo' più lusingarmi:

Se sposarmi non vuoi, vo ad annegarmi.

LENA

(Oimè! mi fa tremar). (da sé)

CIA.

Non mi rispondi?

Basta così, ho capito:

Per me il mondo è finito.

Questa è l'ultima volta

Che mi senti a parlar.

Crudele! Addio. (in atto di partire)

LENA

Fermati, Ciappo mio. (con ansietà)

CIA.

Oh Dio! son qui.

Sarai mia?

LENA

Sarò tua. (tenera)

CIA.

Ma quando?

LENA

Un . (come sopra)

CIA.

Ma qual giorno?

LENA

Sta zitto:

Non lo dire a mio padre.

CIA.

Senza lui

Come si potrà fare?

LENA

Non mi far adirare.

Non vo' ch'egli lo sappia.

CIA.

Ah Lena mia,

Tu mi lusinghi invano.

LENA

Giuro che sarò tua.

CIA.

Dammi la mano.

LENA

La mano?

CIA.

Sì, mia cara.

LENA

(Povera me!) Non voglio.

CIA.

Dunque non crederò

Che tu dica davvero, e me n'andrò. (in atto di partire)

LENA

Fermati.

CIA.

ostinata?

LENA

Prendi... ti do la man. (tremante)

CIA.

Mano . (stringendola)

TIM.

Ci ho da essere anch'io. (alla Lena)

LENA

Via, via di qua. (spingendo Ciappo con finto sdegno)

CIA.

Perdonate, signore. (a Timone)

LENA

Io non lo voglio.

TIM.

Non lo vuoi? non lo vuoi? Senza del padre

Facevate le cose in fra di voi,

E ora dici con me che non lo vuoi?

Subito, qua la mano. (prende la mano alla Lena)

LENA

Povera me! (tremante)

TIM.

La tua. (a Ciappo)

CIA.

Caro padrone... (tremante gli la mano)

TIM.

Sfacciatella! Briccone!

Son proprio inviperito.

Voglio farvi pentir. Moglie e marito.

(unisce le due mani della Lena e Ciappo)

CIA.

Viva, viva il padron.

LENA

Caro papà.

TIM.

Figlia, per carità,

Non esser più sdegnosa.

Ecco, tu sei la sposa,

E Ciappo è figlio mio,

E giubilo ancor io.

Ed or che tu sei moglie,

Ghitta lo sarà ancor. Non lo sarebbe

Certo prima di te. Vo a consolarla;

Anch'essa, se lo vuol, Fignolo pigli.

Vi benedica il ciel, cari i miei figli. (parte)

 

 

 


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