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Pietro Metastasio Achille in Sciro IntraText CT - Lettura del testo |
Licomede, Achille, Teagene, con numeroso corteggio.
ACH. |
Né di risposta ancora |
TEAG. |
È troppo ormai, Gran re, lungo il silenzio. I prieghi miei, Soddisfa al fin. Che ti sospende? È forse La fé che a me donasti? Ah! non son io Tanto incognito a me, che oppormi ardisca A sì grande imeneo. So quanto il mondo Debba quindi aspettar; veggo che in Cielo Si preparò: tante vicende insieme Non tesse mai senza mistero il Fato. Che sdegnar ti potria? L'amor? Ma quando Un innocente amor? L'inganno? È Teti La rea: già fu punita. Ella in tal guisa Il figlio volle, e fe' palese il figlio. La terra esulterà, che mai non vide Tanto valor, tanta bellezza e tante Virtudi unir! Qual di tai sposi il Cielo Cura non prenderà, se ne deriva L'uno e l'altro egualmente! E quai nipoti Attenderne dovrai, se tutti eroi |
ACH. |
(Chi mai sperato avrebbe |
Suona nell'alma mia, che usurpa il loco A tutt'altro pensier. Che dir poss'io Dell'imeneo richiesto? Il generoso Teagene l'applaude, il Ciel lo vuole, Tu lo domandi: io lo consento. Ammiro Sì strani eventi; e, rispettoso, in loro |
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ACH. |
Ah, Licomede!... Ah, Teagene!... Andate Custodi, ad affrettar. (a Teagene) Principe, oh quanto, |
A Licomede L'esser padre a tal figlio è gran mercede.
Or che mio figlio sei, Il peso alleggerir. |