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Pietro Metastasio
Il trionfo di Clelia

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SCENA TERZA

 

Clelia  e detto.

 

CLEL.

Chi mai fin ora intese

Più enorme scelleraggine e più rea?

ORA.

Che avvenne?

CLEL.

Ah, Roma in breve

De’ perfidi nemici

Fia misero trofeo!

ORA.

Come!

CLEL.

A dispetto

Della giurata fede

Van gli empi ad assalirla.

ORA.

(Oimè, sarebbe

L’offerto patto mai

Un fraudolento inganno?) Onde il sapesti?

CLEL.

Da Mannio.

ORA.

Eterni dèi! (pensoso)

CLEL.

È sicuro l’avviso;

Non dubitar del tradimento orrendo.

ORA.

Ah tardi or di Tarquinio io l’arti intendo!

Addio. (risoluto dopo aver alquanto pensato)

CLEL.

Dove?

ORA.

A Porsenna.

CLEL.

E chi difende

La patria intanto?

ORA.

È ver. Tu corri a lui;

A Roma io volo. (in atto di partire)

CLEL.

E per qual via? Ci parte

Da quella il fiume; ed occupa il nemico

L’unico angusto ponte.

ORA.

Aprirmi il passo

Saprò col ferro. (come sopra)

CLEL.

Ah no, ti perdi, e Roma

Così non salvi!

ORA.

Un solitario varco (pensa un istante)

Dunque si cerchi altrove.

CLEL.

E quale avrai

Nel varco periglioso

Istromento e sostegno?

ORA.

Qualunque, un palischermo, un tronco, un ramo:

Tutto è bastante; e, s’ogn’inchiesta è vana,

L’invitto all’altra sponda

Genio roman mi porterà per l’onda. (in atto di partire)

CLEL.

Odi. E degg’io fra questi

Perfidi rimaner?

ORA.

Sì; fin ad ora

Immaturo è il lor fallo, e il tuo sarebbe

Nella fuga eseguito; onde potresti

Tu della rotta fede

Parer la prima rea. Dee, chi si sente

Un cor romano in petto,

Evitar della colpa anche il sospetto.

Addio. (in atto di partire)

CLEL.

Sentimi.

ORA.

Ah! lascia,

Clelia, che al mio dover...

CLEL.

Sì, va; ti cedo

Volentieri alla patria. A lei consacra

E la mente e la man; ma non scordarti

Né di te, né di me. Non già il nemico,

Tu mi fai palpitar. So ben fin dove

Spinger ti può quel che ti bolle in seno

Vasto incendio d’onore. Oh Dio, rammenta

Che tuo tutto non sei; (piange)

Che i tuoi rischi son miei; che sol dipende

Dalla tua la mia vita;

Che comune è il dolor d’ogni ferita.

ORA.

Sposa... io so... (Da quel pianto

Difendetemi, o dèi). Sposa... tu.... Roma...

Addio. (in atto di partire)

CLEL.

Così mi lasci?

E forse, oh Dio, per sempre?

ORA.

Ah, coi nemici,

Clelia, non congiurar! Di molli affetti

Tempo or non è. Compiamo

Entrambi il dover nostro;

Gli dèi curino il resto. Addio. Ti lascio

Fra l’insidie, lo so; ma Clelia assai

Conosco, e son tranquillo. Andar mi vedi

A sfidar mille rischi, è ver; ma sai

Quale ai Romani inspiri

Vigor la patria, e assicurar ti déi.

Per qual ragion dobbiamo

Palpitar l’un per l’altro? Ah no, non soffra

Tale insulto da noi quel, che distingue

I figli di Quirino, ardir natio.

Io ti fido al tuo cor, fidami al mio.

 

CLEL.

Sì, ti fido al tuo gran core.

Va, combatti, amato bene,

E ritorna vincitor.

ORA.

Sì, ti fido al tuo bel core;

E il valor ch’or te sostiene,

È sostegno al mio valor.

CLEL.

Parti.

ORA.

Addio.

CLEL.

Morir mi sento.

ORA.

Ah, ricordati chi sei!

A DUE

Proteggete, amici dèi,

Tanto amore e tanta .

Quando accende un nobil petto,

È innocente, è puro affetto,

Debolezza amor non è. (partono)

 

 

 




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