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Pietro Metastasio
Il trionfo di Clelia

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Tarquinio solo.

 

TARQ.

Ma qual mai sì possente

Incognita magia tutto a costei

l’impero di me? Fin codisprezzi

Costei m’inspira amor. Clelia ho nell’alma,

Clelia ho nel cor, Clelia ho su gli occhi, in mezzo

A tante mie speranze

Sempre la cerco, a tante cure in mezzo

Sempre la trovo, e sempre,

Ovunque io volga il passo,

Col pensier la dipingo in ogni sasso.

E se Porsenna mai (le sue conosco

Generose follie)

Rotta la tregua, or la rendesse? Ah, questo

Colpo si evìti! Andiamo

Clelia a rapir... Che fai, Tarquinio! È d’uopo

Prepararsi all’impresa. Armi e destrieri

Per trafugar la preda in loco ascoso

Vadansi prima a radunar... Ma intanto

Se Porsenna eseguisse... È vero. A lui

Prima conviene... Ah! mentre a un rischio accorro,

L’altro trascuro; e in due

Dividermi non posso. Ecco il riparo.

Avverta un foglio il mio fedele; e, mentre

Ei si appresta al bisogno, al re poss’io

Volar frattanto. Ardua è l’impresa, e forse

Della sorte al favor troppo io mi fido;

Ma, chi trema del mar, dorma sul lido.

 

Non speri onusto il pino

Tornar di bei tesori

Senza varcar gli orrori

Del procelloso mar.

Ogni sublime acquisto

Va col suo rischio insieme;

Questo incontrar chi teme,

Quello non dee sperar. (parte)

 





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