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Pietro Metastasio
Il trionfo di Clelia

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SCENA ULTIMA

 

Clelia  con séguito di Romani, la quale sentendo nominarsi da Tarquinio s’arresta pochi istanti ad ascoltarlo, non veduta da lui né da Porsenna; e seco tutti.

 

POR.

No, ma di mia dubbiezza

Tutto ciò non mi priva.

TARQ.

E Clelia fuggitiva

Appresso al delinquente?

CLEL.

Tarquinio è un mentitor; Clelia è presente.

POR.

Qui Clelia!

TARQ.

(Or son perduto).

POR.

A che fuggisti?

A che torni fra noi?

CLEL.

Costui, Porsenna

Di rapirmi tentò. D’insidie intorno

Già cinta era da lui. Fuor che un destriero

Il fiume, e il mio coraggio, altro soccorso

Non restava per me. Costretta andai

Del Tebro ad affrontar l’onda orgogliosa.

Dell’onor mio gelosa

Mi sottrassi a uno scorno;

Gelosa or di mia fede a voi ritorno.

POR.

Oh portenti!

LAR.

Oh speranze!

ORA.

Ah, non è questo

Il suo fallo maggiore! Ei fu che il patto,

Perfido, infranse, e fra Porsenna e Roma

Sospetti seminò.

TARQ.

Signor, t’inganna;

Non prestar fede alle menzogne altrui.

CLEL.

Prestala dunque a lui.

Questo foglio ei vergò. Nega, se puoi,

Le note, i sensi tuoi.

TARQ.

(Oimè!) (atterrito)

CLEL.

Leggi, o Porsenna. (gli porge il foglio)

TARQ.

(Il foglio mio!

L’amico ah mi tradì! Speranze, addio!) (fugge)

POR.

E, Tarquinio, a tal segno...

LAR.

Si dileguò l’indegno.

MAN.

E la sua fuga

Reo lo conferma.

POR.

Un sì funesto oggetto

Ben dagli occhi ei mi toglie.

ORA.

Or de’ Romani...

CLEL.

Del tuo Tarquinio or puoi...

POR.

Non insultate,

Amici, al mio rossor. Di tanti e tanti

Prodigi di virtù sento il cor mio

Pieno così, che son romano anch’io.

Quanti assalti in un ! Muzio mi scosse,

Orazio m’invaghì; ma del trionfo

Hai tu l’onor, bella eroina. È incerto,

S’oggi in Clelia ostentò pompa maggiore

Della patria l’amore,

Il coraggio, la fede,

O l’onestà. Va; torna a Roma e vinto

Da te Porsenna annuncia. Offrimi amico,

Offrimi difensore

Della sua libertà. Chi mai non vede

Che la protegge il Ciel, che il Ciel voi scelse

A dar norme immortali

All’armi, alla ragione; un solo impero

A far del mondo intero,

Ad onorar l’umanità? Rispetto

Del fato il gran disegno, e son superbo

D’esser io destinato

Il gran disegno a secondar del Fato.

 

CORO DI ROMANI

 

Oggi a te, gran re toscano,

Tua mercé Roma felice

Della propria è debitrice

Contrastata libertà.

POR.

Ed a me sarà poi grata

Nelle età le più lontane

Dall’eccelse alme romane

L’esaltata umanità.

CLEL.

Sì, gran re.

ORA.

Gran re toscano,

CLEL.

Per te Roma oggi è felice;

ORA.

A te Roma è debitrice

Della propria libertà.

POR.

Ed a me sarà poi grata

L’esaltata umanità.

 

TUTTI I ROMANI

 

Oggi a te, gran re toscano,

Tua mercé Roma felice

Della propria è debitrice

Contrastata libertà.

 




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