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Pietro Metastasio
Zenobia

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SCENA QUARTA

 

Egle sola.

 

EGL.

Misera principessa,

Quanta pietà mi fai! Semplice, oscura,

Povera pastorella

Per te oggetto è d’invidia! E a che servite,

O doni di fortuna? a che per voi

Tanto sudar, se, quando poi sdegnato

Il Ciel con noi si vede,

Difendetemal chi vi possiede?

 

Di ricche gemme e rare

L’indico mare abbonda,

Né più tranquilla ha l’onda,

Né il cielo ha più seren.

Se v’è del flutto infido

Lido che men paventi,

È qualche, ignoto a’ venti,

Povero angusto sen. (parte)

 

 

 




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