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Pietro Metastasio
Zenobia

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SCENA QUINTA

 

Zenobia sola, cercando per la scena.

 

ZEN.

Radamisto! Ove andò? Consorte! Il vidi;

Tornai su l’orme sue; ma per la selva

Ne ho perduta la traccia. A questa parte

Eran vòlti i suoi passi. Ah! dove mai

Sconsigliato s’aggira? Il loco è pieno

Tutto de’ suoi nemici. In tanto rischio,

Custoditelo, o dèi. Che fo? m’inoltro?

Avventuro me stessa. Egle si trovi:

Ella per me ne cerchi. Astri crudeli,

Bastan le mie ruine:

Cominciate a placarvi; è tempo al fine.

 

Lasciami, o Ciel pietoso,

Se non ti vuoi placar,

Lasciami respirar

Qualche momento

Rendasi col riposo

Almeno il mio pensier

Abile a sostener

Nuovo tormento.

(parte, e, finito il ritornello dell’aria, torna agitata)

 

Misera me! Da questa parte, oh Dio!

Vien Tiridate. Oh, come io tremo! oh, come

L’alma ho in tumulto! Il periglioso incontro

Fuggi, fuggi, Zenobia. Il cupo seno

Di que’ concavi sassi

Al suo sguardo m’asconda insin che passi. (si cela nella grotta)

 

 

 




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