ACH.
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Ah! vieni, Ulisse. I miei felici eventi
Sapesti forse?
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ULI.
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Assai diversa cura
Qui mi conduce. Eccelso re, conviene
Che, deposto ogni velo, al fin t'esponga
Della Grecia il voler. Sappi...
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LIC.
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Già tutto
Mi è noto: a parte a parte alle richieste
Risponderò.
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ACH.
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(incontrandola) Mia cara sposa, al fine
Giungesti pur. Non tel diss'io? La sorte
Non cambiò di sembianza?
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DEID.
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(inginocchiandosi)
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A' piedi tuoi,
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Mio re, mio genitor...
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LIC.
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Sorgi. (Deidamia si alza)
È soverchio
Ciò che dir mi vorresti. Io già de' fati
Tutto l'ordine intendo. Una gran lite
Compor bisogna; a me s'aspetta: udite.
Tutto del cor d'Achille
L'impero ad usurpar pugnano a gara
E la gloria e l'amor. Questo capace
Sol di teneri affetti, e quella il vuole
Tutto sdegni guerrieri. Ingiusti entrambi,
Chiedon soverchio. E che sarebbe, Ulisse,
Il nostro eroe, se respirasse ognora
Ira e furor? Qual
diverrebbe, o figlia,
Se languir si vedesse
Sempre in cure d'amor? Dove lo chiama
La tromba eccitatrice,
Vada, ma sposo tuo. Ti torni al fianco,
Ma cinto di trofei. Co' suoi riposi
Del sudor si ristori,
E col sudore i suoi riposi onori.
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ACH.
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Sposa, Ulisse, che dite?
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DEID.
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Alle paterne
Giuste leggi m'accheto.
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ULI.
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Lieta il saggio decreto
Ammirerà la Grecia.
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ACH.
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Or non mi resta
Che desiar.
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LIC.
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Gl'illustri sposi unisca
Il bramato da lor laccio tenace;
E la gloria e l'amor tornino in pace.
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Ecco, felici amanti,
Ecco Imeneo già scende:
Già la sua face accende,
Spiega il purpureo vel.
Ecco a recar sen viene
Le amabili catene
A voi, per man de' numi,
Già fabbricate in Ciel.
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(Mentre
cantasi il coro che precede, scenderà dall'alto denso globo di nuvole, che
prima ingombrerà, dilatandosi, gran parte della reggia, e scoprirà poi agli
spettatori il luminoso tempio della Gloria, tutto adornato de' simulacri di
coloro ch'ella rese immortali. Si vedranno in aria innanzi al tempio medesimo
la Gloria, Amore ed il Tempo, ed in sito men sollevato numerose schiere di
lor seguaci)
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La
Gloria, Amore, ed il Tempo
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GLO.
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E quale a me vi guida,
Rivali dèi, nuova cagione? Amore,
Che a sedurmi i seguaci
Sempre pensò; l'invido Tempo, inteso
Ad oscurarmi ognor, come in un punto
Cambia costume, e l'uno e l'altro amico
Orma in volto non ha dell'odio antico!
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TEM.
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Non v'è più sdegno in Cielo.
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AMO.
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A' numi ancora
Questa lucida aurora
Messaggiera è di pace. Oggi dell'Istro
Su la sponda real l'anime auguste
Di Teresa e Francesco
Stringe nodo immortale. Opra è d'Amore
La fiamma lor; ma di sì bella fiamma
Deggio i principii a te. Bastar potea
Quella sola a destarla, onde son cinte,
Maestosa beltà; ma trarla io volli
Da fonti più sublimi. Agli alti sposi
Le scambievoli esposi
Proprie glorie ed avite, e le comuni
Vive brame d'onor. L'anime grandi
Si ammiraro a vicenda, e sé ciascuna
Nell'altra ravvisò. Le rese amanti
Tal somiglianza. Indi in entrambe Amore
Fu cagione ed effetto; in quella guisa
Che il moto, ond'arde e splende
Face a face congiunta, acquista e rende.
Ah! mentre il fuoco mio,
Se alimento ha da te, tanto prevale,
Tuo seguace son io, non tuo rivale.
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TEM.
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Né me, dea degli eroi,
Tuo nemico chiamar. Come oscurarti
Dopo un tale imeneo? Su' grandi esempi
E di Carlo e d'Elisa i regi sposi
Formar se stessi. Or che gli accoppia il Cielo
Propagheran ne' figli
Le cesaree virtù. Qual ombra opporre
A tanto lume? Ah! non lo bramo: altero
Son d'esser vinto. A' secoli venturi
Dian nome i grandi credi. Io della loro
Inestinguibil lode
Farò tesoro e ne sarò custode.
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GLO.
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Giunse dunque una volta il dì felice,
Di cui tanto nel cielo
Si ragionò? che le speranze accoglie
Di tanti regni, e che precorso arriva
Da tanti voti? Oh lieto dì! Corriamo,
Amici dèi, della festiva reggia
Ad accrescer la pompa. Unir conviene
A pro de' chiari sposi
Tutte le nostre cure.
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AMO.
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Al nobil fuoco,
Che in lor destai, somministrar vogl'io
Sempre nuovo alimento.
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TEM.
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Io de' lor anni
Lunghissimo e tranquillo
Il corso reggerò.
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AMO.
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Per me d'eroi
Il talamo reale
Sarà fecondo.
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TEM.
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Io serberò gli esempi
Degli atavi remoti
Ai più tardi nipoti.
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GLO.
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Io fui di quelli,
Io di questi sarò compagna e duce:
Tutti i lor nomi io vestirò di luce.
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Tutti venite, o dèi,
Il nodo a celebrar,
I dolci ad affrettar
Bramati istanti.
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Ecco, felici amanti,
Ecco Imeneo già scende:
Già la sua face accende,
Spiega il purpureo vel.
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Ecco a recar sen viene
Le amabili catene
A voi, per man de' numi,
Già fabbricate in Ciel.
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