Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Pietro Metastasio Zenobia IntraText CT - Lettura del testo |
RAD. |
Principessa fedel! Chi udì, chi vide Maggior virtù? Voi, che oscurar vorreste |
ZOP. |
Dove, principe, dove |
RAD. |
Ah! vieni, |
ZOP. |
È in vita, Lo so. |
RAD. |
Lo sai? |
ZOP. |
|
RAD. |
Perché? |
ZOP. |
Perché... Non lo cercar. Di lei Scordati, Radamisto: è poco degna Dell’amor tuo. |
RAD. |
Ma la cagion? |
ZOP. |
Che giova Affliggerti, o signor? |
RAD. |
Più col tacer. |
ZOP. |
La tua sposa infedel... Ma già cominci, Principe, a impallidir! Perdona: è meglio Ch’io taccia. |
RAD. |
Ah! se non parli... (minacciandolo) |
ZOP. |
E ben, tu il vuoi: Non lagnarti di me. Poc’anzi io vidi Qui col suo Tiridate La tua sposa infedel: parlar d’amore Gli udii celato. Ei rammentava a lei Le sue promesse; ella giurava a lui Che l’antica nel sen fiamma segreta Ognor più viva... |
RAD. |
Io conosco Zenobia: ella è incapace Di tal malvagità. |
ZOP. |
Tutto degg’io Da te soffrir; ma la mia pena, o prence, Non meritò questa mercé. Tu stesso |
RAD. |
Oh Dio! Non vorrei dubitar. |
ZOP. |
Senza ch’io parli, Non conosci abbastanza Ch’ella fugge da te? Forse non sai Più di se stessa, e che un amor primiero Mai non s’estingue? |
RAD. |
Ah, che pur troppo è vero! |
ZOP. |
|
RAD. |
Son le donne incostanti? Oh fortunati |
ZOP. |
Ebbe il cor di Zenobia; e fin ch’ei viva, Signor, l’avrà. |
RAD. |
L’avrà per poco: io volo A trafiggergli il sen. |
ZOP. |
|
RAD. |
E come? |
ZOP. |
|
RAD. |
Ma il furor mio |
ZOP. |
A nome di Zenobia in loco ascoso Farò che il tragga. |
RAD. |
E s’ei diffida? Almeno D’uopo sarebbe accreditar l’invito Con qualche segno... Ah! taci: eccolo. Prendi Quest’anel di Zenobia: a lei partendo Il donò Tiridate; ed essa il giorno De’ fatali imenei, quasi volesse Affatto ogni memoria, a me lo diede. Se fummi allor, fido stromento adesso Sia di vendetta. |
ZOP. |
|
RAD. |
Ma... |
ZOP. |
Della trama |
RAD. |
Ricordati che ho in sen tutto l’inferno.
Non respiro che rabbia e veleno; No, d’affanno quest’alma non geme; |