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Pietro Metastasio Zenobia IntraText CT - Lettura del testo |
ZEN. |
Principe... |
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TIR. |
Lode al Ciel, si scoperse. Al fin palese È pur de’ torti miei La sublime cagion. Parla: che vuoi? Non t’arrossir: di Radamisto il merto Scusa l’infedeltà. Libero il chiedi? |
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ZEN. |
Signor... |
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TIR. |
Barbara! menzognera! il premio è questo Del tenero amor mio? Così tradirmi? E per chi, giusti dèi! per chi d’un padre Ti privò fraudolento, e poi... |
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ZEN. |
T’inganni; |
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MIT. |
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TIR. |
A un traditor? |
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MIT. |
Ch’ei seco avea. Del tradimento in esso Son gli ordini prescritti, e Farasmane |
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ZEN. |
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TIR. |
Taci: il tuo amor per Radamisto accusi, Mentre tanto il difendi. |
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ZEN. |
Non pretendo celarlo. Il suo periglio Qui mi conduce. A liberarlo io vengo, Vengo a chiederlo a te; ma reco il prezzo Della sua libertà. D’Armenia il soglio M’offre Roma di nuovo: in mio soccorso Mossero dalla Siria; al soglio istesso |
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TIR. |
In vero il sacrifizio è generoso. |
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ZEN. |
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TIR. |
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ZEN. |
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TIR. |
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ZEN. |
Contro il consorte Dubitai d’irritarti, il tuo temei Giusto dolor; non mi sentia capace D’esserne spettatrice; e almen da lungi... |
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TIR. |
Oh ingratissima donna! A chi fidarsi, |
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ZEN. |
Non son io, Tiridate, Quella che ti tradì; fu il Ciel nemico, Fu il comando d’un padre. Io non so dirti |
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TIR. |
Né tu potevi... |
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ZEN. |
Che potevo? infelice! ‘E regno e vita E onor’ mi disse ‘a conservarmi, o figlia, |
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TIR. |
Avrei |
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ZEN. |
Io feci più: t’ho abbandonato, e vivo. Che a far breve il mio duol: te ucciso avrei, Disubbidito il padre. |
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TIR. |
Però non ti son gravi: assai t’affanni Per salvar Radamisto. Egli ha saputo |
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ZEN. |
Fu ver; ma questo |
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TIR. |
Non basta? |
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ZEN. |
No. |
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TIR. |
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ZEN. |
Sì, Tiridate; e, s’io facessi meno, L’obbligo di consorte, i santi numi Che fur presenti all’imeneo, te stesso, Te, prence, io tradirei. Dove sarebbe |
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TIR. |
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ZEN. |
Da somiglianza amor, perché combatti Col tuo dolor questa virtù? L’imìta, La supera, signor: tu il puoi; conosco Dell’alma tua tutto il valor. Lasciamo Le vie de’ vili amanti. Emula accenda Fiamma di gloria i nostri petti. Un vero Contento avrem nel rammentar di quanto Fummo capaci. Apprenderà la terra |
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TIR. |
Corri, vola, Mitrane: a noi conduci Libero Radamisto. (Mitrane parte) Oh, come volgi, Gran donna, a tuo piacer gli altrui desiri! Un’altra ecco m’inspiri Spezie d’ardor, che il primo estingue. Invidio Già il tuo gran cor; bramo emularlo; ho sdegno Di seguirti sì tardo: altro mi trovo Da quel che fui. Non t’amo più: t’ammiro, Ti rispetto, t’adoro; e, se pur t’amo, |
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ZEN. |
Grazie, o dèi protettori! Or più nemici Non ha la mia virtù: vinsi il più forte, |
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TIR. |
Ah! taci: Non m’offender così. Prezzo io non chiedo, |