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Tu, che in corte invecchiasti,
Non dovresti invidiarne. Io giurerei
Che fra’ pochi non sei, tenaci ancora
Dell’antica onestà. Quando bisogna,
Saprai sereno in volto
Vezzeggiare un nemico: acciò vi cada
Aprirgli innanzi il precipizio, e poi
Piangerne la caduta: offrirti a tutti,
E non esser che tuo: di false lodi
Vestir le accuse, ed aggravar le colpe
Nel farne la difesa: ognor dal trono
I buoni allontanar: d’ogni castigo
Lasciar l’odio allo scettro, e d’ogni dono
Il merito usurpar: tener nascosto
Sotto un zelo apparente un empio fine;
Né fabbricar che su l’altrui ruine.
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