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Pietro Metastasio
Adriano in Siria

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ATTO SECONDO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Galleria negli appartamenti d’Adriano, corrispondente a diversi gabinetti.

 

Emirena ed Aquilio

 

AQUL.

Chi protegger Farnaspe

Può mai meglio di te? Del cor d’Augusto

Tu reggi i moti a tuo talento. Ogni altra

Miglior uso farebbe

Dell’amor d’un monarca.

EMIR.

A me non giova,

Perché non l’amo.

AQUI.

È necessario amarlo,

Perch’ei lo creda?

EMIR.

E ho da mentir?

AQUI.

pure.

È la menzogna ormai

Grossolano artifizio e mal sicuro.

La destrezza più scaltra è oprar di modo

Ch’altri se stesso inganni. Un tuo sospiro

Interrotto con arte, un tronco accento,

Ch’abbia sensi diversi, un dolce sguardo,

Che sembri tuo malgrado

Nel suo furto sorpreso, un moto, un riso,

Un silenzio, un rossor, quel che non dici

Farà capir. Son facili gli amanti

A lusingarsi. Ei giurerà che l’ami;

E tu, quando vorrai,

Sempre gli potrai dir: ‘Nol dissi mai.’

EMIR.

Non so dove s’apprenda

Tal arte a porre in uso.

AQUI.

Eh, che pur troppo

Voi nascete maestre. Aver sul ciglio

Lagrime ubbidienti, aver sul labbro

Un riso che non passi

A’ confini del sen; quando vi piace,

Impallidirvi ed arrossir nel viso,

Invidiabili sono

Privilegi del sesso: in dono a voi

Gli ha dati il Cielo, e costan tanto a noi.

EMIR.

Tu, che in corte invecchiasti,

Non dovresti invidiarne. Io giurerei

Che fra’ pochi non sei, tenaci ancora

Dell’antica onestà. Quando bisogna,

Saprai sereno in volto

Vezzeggiare un nemico: acciò vi cada

Aprirgli innanzi il precipizio, e poi

Piangerne la caduta: offrirti a tutti,

E non esser che tuo: di false lodi

Vestir le accuse, ed aggravar le colpe

Nel farne la difesa: ognor dal trono

I buoni allontanar: d’ogni castigo

Lasciar l’odio allo scettro, e d’ogni dono

Il merito usurpar: tener nascosto

Sotto un zelo apparente un empio fine;

fabbricar che su l’altrui ruine.

AQUI.

Far volesti, Emirena,

Le vendette del sesso. Io non credei

Di pungerti così. De’ detti tuoi

Non mi querelo; anzi, a parlar sincero,

Credo ch’io dissi, e tu dicesti il vero.

Consigliarti pretesi.

EMIR.

Aiuto e non consiglio io ti richiesi.

AQUI.

Ed io sempre ho creduto

Che un salubre consiglio è grande aiuto.

Credimi, principessa...

Addio: gente s’appressa.

Adriano sarà, che s’avvicina. (parte)

 

 

 




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