ADRI.
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Fermati, traditor. (incontrandosi in Farnaspe)
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FARN.
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(si ferma stupido)
Numi, che veggo!
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ADRI.
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Impedite ogni passo
Alla fuga, o custodi. (alle guardie)
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FARN.
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Io son di sasso.
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EMIR.
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(Ah, siam scoperti!) (s’avanza ad ascoltare)
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ADRI.
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Istupidisci, ingrato,
Perché vivo mi vedi? A me credesti
Di trafiggere il sen. L’empio disegno
Con voci ingiuriose
Nel ferir palesasti.
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EMIR.
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(Ecco l’errore.
Colui che si nascose è il traditore).
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ADRI.
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Perfido! non rispondi? A che venisti
Qual disegno t’ha mosso?
Chi sciolse i lacci tuoi? Parla.
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FARN.
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Non posso.
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ADRI.
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Non puoi? Si tragga a forza
Nel carcere più nero il delinquente.
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EMIR.
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Fermatevi: sentite; egli è innocente. (si scopre con
impeto)
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FARN.
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Aimè!
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EMIR.
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Tra quelle fronde
Il traditor s’asconde. Eccolo... (s’incammina verso
Osroa)
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FARN.
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Oh Dio!
Ferma!
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EMIR.
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Vedilo, Augusto. (accennando
Osroa, che s’avanza)
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OSR.
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È ver, son io.
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EMIR.
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Ah, padre! (resta immobile)
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ADRI.
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Il re de’ Parti
In abito romano! E quanti siete,
Scellerati! a tradirmi?
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OSR.
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Io solo, io solo
Ho sete del tuo sangue. Il colpo errai;
Ma, se mi lasci in vita,
Il fallo emenderò.
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ADRI.
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Così fra l’ombre
Assalirmi, infedel? Coglier l’istante
Che inciampo e cado al suol?
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OSR.
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Barbara sorte!
Ecco l’inganno. Il tuo seguace ad arte
Cader doveva, e tu cadesti a caso;
Onde, confuso il segno,
L’un per l’altro svenai.
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ADRI.
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Questa mercede,
Barbaro, tu mi rendi? Oppresso e vinto
T’invito, t’offerisco
Di Roma l’amistà...
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OSR.
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Sì, questo è il nome
Empi! con cui la tirannia chiamate;
Ma poi servon gli amici, e voi regnate.
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ADRI.
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Siam del giusto custodi. Al giusto serve
Chi compagni ci vuol, non serve a noi:
Ma la giustizia è tirannia per voi.
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OSR.
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E chi di lei vi fece
Interpreti e custodi? Avete forse
Ne’ celesti congressi
Parte co’ numi? o siete i numi istessi?
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ADRI.
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Se non siam numi, almeno
Procuriam d’imitarli; e il suo costume
Chi co’ numi conforma, agli altri è nume.
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OSR.
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Numi però voi siete
Avidi dell’altrui: rapite i regni,
Vaneggiate d’amor, volete oppressi
Gl’innocenti rivali,
Tradite le consorti...
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ADRI.
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Ah, troppo abusi
Della mia sofferenza. Olà, ministri,
In carcere distinto alla lor pena
Questi rei custodite.
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FARN.
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Anche Emirena?
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ADRI.
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Sì, ancor l’ingrata.
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FARN.
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Ah! che ingiustizia è questa?
Qual delitto a punir ritrovi in lei?
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ADRI.
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Tutti nemici e rei,
Tutti tremar dovete:
Perfidi, lo sapete,
E m’insultate ancor?
Che barbaro governo
Fanno dell’alma mia
Sdegno, rimorso interno,
Amore e gelosia!
Non ha più Furie Averno
Per lacerarmi il cor. (parte)
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