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Pietro Metastasio
Adriano in Siria

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SCENA QUARTA

 

Adriano, poi Osroa ed Aquilio

 

ADRI.

Che dir può il mondo? Al fine

Il conservar la vita

È ragion di natura: e in tanta pena

Io viver non saprei senza Emirena.

OSR.

Che si chiede da me?

ADRI.

Che il re de’ Parti

Sieda e m’ascolti; e, se non pace, intanto

Abbia tregua il suo sdegno. (siede)

OSR.

A lunga sofferenza io non m’impegno. (siede)

AQUI.

(Del mio destin si tratta).

ADRI.

Osroa, nel mondo

Tutto è soggetto a cambiamento, e strano

Saria che gli odii nostri

Soli fossero eterni. Al fin la pace

È necessaria al vinto.

Utile al vincitor. Fra noi mancata

È la materia all’ire. Il fato avverso

Tanto ti tolse, e tanto

Mi diè benigno il Ciel, che non rimane

Né che vincere a noi,

Né che perdere a te.

OSR.

Sì, conservai

L’odio primiero; onde mi resta assai.

AQUI.

(Che barbara ferocia!)

ADRI.

Ah, non vantarti

D’un ben che posseduto

Tormenta il possessor. Puoi meglio altronde

Il tuo fasto appagar. Sappi che sei

Arbitro tu del mio riposo, appunto

Qual son io de’ tuoi giorni. Ordina in guisa

Gli umani eventi il Ciel, che tutti a tutti

Siam necessari, e il più felice spesso

Nel più misero trova

Che sperar, che temer. Sol che tu parli,

La principessa è mia; sol ch’io lo voglia,

Tu sei libero e re. Facciamo, amico,

Uso del poter nostro

A vantaggio d’entrambi. Io chiedo in dono

Da te la figlia, e t’offerisco il trono.

AQUI.

(Tremo della risposta).

ADRI.

E ben, che dici?

Tu sorridi e non parli? (ad Osroa)

OSR.

E vuoi ch’io creda

debole Adriano?

ADRI.

Ah! che pur troppo,

Osroa, io lo son. Dissimular che giova?

Se la bella Emirena

Meco non vedo in dolce nodo unita,

Non ho ben, non ho pace e non ho vita.

OSR.

Quando basti sì poco

A renderti felice, io son contento:

Che sì chiami la figlia.

ADRI.

Accetti dunque

Le offerte mie?

OSR.

Chi ricusar potrebbe?

ADRI.

Ah! tu mi rendi, amico,

Il perduto riposo. Aquilio, a noi

La principessa invia.

AQUI.

Ubbidito sarai. (Sabina è mia!) (parte)

ADRI.

Ora a viver comincio. Olà, togliete (escono due guardie)

Quelle catene al re de’ Parti.

OSR.

Ancora

Non è tempo, Adriano. Io goderei

Prima de’ doni tuoi che tu de’ miei.

ADRI.

Van riguardo. Eseguite (alle guardie)

Il cenno mio.

OSR.

Non è dover. Partite. (partono le guardie)

ADRI.

Del peso ingiurioso io pur vorrei

Vederti alleggerir.

OSR.

Son sì contento,

Pensando all’avvenir ch’io non lo sento.

ADRI.

E pur non viene. (guardando per la scena)

OSR.

Impaziente anch’io

Ne sono al par di te.

ADRI.

La principessa

Io vado ad affrettar. (s’alza)

OSR.

No: già s’appressa. (s’alza, trattenendolo)

 

 

 




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