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Pietro Metastasio
Alessandro nell'Indie

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SCENA NONA

 

Erissena e Gandarte

 

GAND.

Principessa adorata, allor che intesi

Te prigioniera, il mio dolor fu estremo:

Or che sciolta ti vedo,

Credimi, estremo è il mio piacer.

ERISS.

Lo credo.

Dimmi: vedesti in su gli opposti lidi

Dell’Idaspe Alessandro?

GAND.

Ancor nol vidi.

E tu provasti mai

Alcun timor ne’ miei perigli?

ERISS.

Assai.

Se Alessandro una volta

Giungi a veder...

GAND.

M’è noto. Ah, più di lui

Or non parliam. Dimmi che m’ami: i pegni

Rinnova di tua ; dimmi che anela

Il tuo bel core all’imeneo promesso.

ERISS.

Eh! non è già l’istesso

Il vedere Alessandro

Che udirne ragionar. Qualunque vanto

Spiegar non può...

GAND.

Ma tanto

Parlar di lui che mai vuol dir? Pavento,

Cara (sia con tua pace),

Che Alessandro ti piaccia.

ERISS.

È ver: mi piace.

GAND.

Dunque, così, tiranna,

Mi deridi, m’inganni?

ERISS.

E chi t’inganna?

San gli dèi ch’io non fingo.

GAND.

Allor fingevi

Dunque, o crudel, che del tuo core amante

Mi giuravi il possesso.

ERISS.

Allora io non fingea: non fingo adesso. (parte)

 

 

 




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