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Pietro Metastasio
Alessandro nell'Indie

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SCENA QUINDICESIMA

 

Poro e Cleofide

 

PORO

Lode agli dèi! Son persuaso al fine

Della tua fedeltà. (con ironia)

CLEOF.

(come sopra)

Lode agli dèi!

 

Poro di me si fida,

Più geloso non è.

PORO

Dov’è chi dice

Che un femminil pensiero

Dell’aura è più leggiero?

CLEOF.

Ov’è chi dice

Che più del mare un sospettoso amante

È torbido e incostante?

Io non lo credo.

PORO

Ed io

Nol posso dir.

CLEOF.

Mi disinganna assai...

PORO

Mi convince abbastanza...

CLEOF.

La placidezza tua...

PORO

La tua costanza.

CLEOF.

Ricordo il giuramento.

PORO

La promessa rammento.

CLEOF.

Si conosce...

PORO

Si vede...

CLEOF.

Che placido amator!

PORO

Che bella fede!

«Se mai turbo il tuo riposo,

Se m’accendo ad altro lume,

Pace mai non abbia il cor

CLEOF.

«Se mai più sarò geloso,

Mi punisca il sacro nume

Che dell’India è domator

PORO

Infedel! questo è l’amore?

CLEOF.

Menzogner! questa è la fede?

A DUE.

Chi non crede al mio dolore,

Che lo possa un provar!

PORO

Per chi perdo, o giusti dèi,

Il riposo de’ miei giorni!

CLEOF.

A chi mai gli affetti miei,

Giusti dèi, serbai fin ora!

A DUE

Ah! si mora e non si torni

 

Per l’ingrata

Per l’ingrato

}a sospirar.

 





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