CORO
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Dagli astri discendi,
O nume giocondo,
Ristoro del mondo,
Compagno d’Amor.
D’un popolo intendi
Le supplici note,
Accese le gote
Di sacro rossor.
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CLEOF.
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Nell’odorata pira
Si dèstino le fiamme (sacerdoti accendono il rogo)
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PORO
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(Perfida!)
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ALESS.
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È dolce sorte unire insieme
E la gloria e l’amor.
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PORO
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(Più fren non soffre
Già ’l mio furor).
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ALESS.
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Vieni, o regina. Un nodo
Leghi le destre e i cori. (accostandosele, in atto di
darle la mano)
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CLEOF.
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Ferma: è tempo di morte e non d’amori.
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ALESS.
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Numi!
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PORO
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(Che ascolto!) (Poro resta
immobile nell’attitudine di scagliarsi)
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CLEOF.
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Io fui
Consorte a Poro: ei più non vive, e deggio
Su quel rogo morir. Se t’ingannai,
Perdonami, Alessandro: il sacro rito
Non sperai di compir senza ingannarti:
Temei la tua pietà. Questo è il momento,
In cui si adempia il sacrifizio a pieno. (in atto di
andare verso il rogo)
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ALESS.
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Ah! nol deggio soffrir. (volendo arrestarla)
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CLEOF.
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(impugnando uno stile) Ferma, o mi sveno.
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PORO
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(Oh amore!)
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GAND.
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(Oh fedeltà!)
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ALESS.
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Non esser tanto
Di te stessa nemica.
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CLEOF.
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Il nome d’impudica,
Vivendo, acquisterei. Passa alle fiamme
Dalle vedove piume
Ogni sposa fra noi. Questo è il costume
Dell’India tutta; ed ogni età lontana
Questa legge osservò.
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ALESS.
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Legge inumana,
Che bisogno ha di freno,
Che distrugger saprò. (vuole appressarsi a Cleofide)
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CLEOF.
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Ferma, o mi sveno.
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ALESS.
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(Risolvermi non oso).
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CLEOF.
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Ecco della mia fé le prove estreme... (volendo gettarsi
nelle fiamme)
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PORO
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Aspettami, cor mio: morremo insieme. (scoprendosi)
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GAND.
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(Aimè! Poro si perde).
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CLEOF.
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Dèi! traveggo? Sei tu?
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PORO
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No, non travedi:
Il tuo Poro son io.
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GAND.
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Chi usurpa il nome mio? (scoprendosi)
Non crederlo, Alessandro: io son...
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PORO
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Tu sei
Il mio caro Gandarte; e non è tempo
Di finger più. Trovai fedel la sposa:
Son paghi i voti miei. Così potessi,
Con la man d’Erissena,
Con parte del mio regno, esserti grato.
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ALESS.
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Son fuor di me. Come! Tu sei... (a Poro)
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PORO
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Son io
Il tuo nemico.
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ALESS.
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E di venire ardisci?...
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PORO
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A morir con la sposa.
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ALESS.
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(a Cleofide)
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E tu non
vuoi?...
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CLEOF.
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Viver senza di lui.
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ALESS.
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Gandarte?...
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GAND.
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Espone
Come è dover, la vita
Per quella del suo re.
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ALESS.
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Dunque germoglia
Tanta virtù nell’India? Ed io dovrei
Contar tra i fasti miei tanti infelici?
No, nol crediate, amici: un cor capace
Di sì crudel diletto io non mi trovo.
Abbia l’India di nuovo
E pace e libertà; da me riceva
Poro la sposa e la real sua sede;
E, in premio di sua fede,
Su la feconda parte,
Ch’oltre il Gange io domai, regni Gandarte.
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CLEOF.
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} O Alessandro!
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GAND.
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ERISS. e TIMAG.
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O signor!
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ALESS.
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Tacete. Omaggi
Altri io non vuo’ da voi che l’odio estinto.
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CLEOF.
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Or trionfi, Alessandro.
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PORO
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Or Poro è vinto.
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fuor che ALESSANDRO
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Serva ad eroe sì grande,
Cura di Giove e prole,
Quanto rimira il sole,
Quanto circonda il mar.
Né lingua adulatrice
Del nome suo felice
Trovi più dolce suono,
Di chi risiede in trono
Il fasto a lusingar.
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