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Pietro Metastasio Antigono IntraText CT - Lettura del testo |
Antigono, Berenice, e poi di nuovo Demetrio
ANT. |
Or perché taci? Or puoi Spiegarti a tuo talento. I miei gelosi Perché non mi rinfacci? Ingrata! Un regno Perder per te non curo: è gran compenso D’ogni perdita mia; ma un figlio, oh dèi! Ma un caro figlio, onde superbo e lieto Ero a ragion, perché sedurmi, e farne Un contumace, un disleal? Sì dolce Spettacolo è per te dunque, crudele, |
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Deh! ricomponi, Signor, l’alma agitata. Io la mia destra A te promisi, e a seguitarti all’ara Son pronta, ove ti piaccia. Il figlio è degno, Se mai lo fu, dell’amor tuo. Non venne Che a salvarmi per te; né dove io sono Mai più comparirà. |
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DEM. |
(uscendo) |
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ANT. |
E ritorni |
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DEM. |
Uccidimi, se vuoi; |
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Ma salvati, signor. Nel porto è giunto Trionfando Alessandro, e mille ha seco Legni seguaci. I tuoi fedeli ha volto Tutti in fuga il timor. Più difensori Non ha la reggia o la città: se tardi, Preda sarai del vincitor. Perdona Se violai la legge: era il salvarti Troppo sacro dover; ma sfortunato A tal segno son io, |
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ANT. |
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È mia |
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ANT. |
Ah! tu mi rendi Fra’ disastri beato. Andiam... Ma Ismene Lascio qui fra’ nemici? Ah! no: si cerchi... Ma può l’indugio... (dubbioso) (risoluto alle guardie) Io con la figlia, amici, Vi seguirò: voi cauti al mar frattanto Berenice guidate. Avversi dèi, Placatevi un momento, almen per lei.
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