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Pietro Metastasio
Arie

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2 - La gelosia

 

Perdono, amata Nice,

bella Nice, perdono. A torto, è vero,

dissi che infida sei:

detesto i miei sospetti, i dubbi miei.

Mai più della tua fede,

mai più non temerò. Per que' bei labbri

lo giuro, o mio tesoro,

in cui del mio destin le leggi adoro.

Bei labbri, che Amore

formò per suo nido,

non ho più timore,

vi credo, mi fido:

giuraste d'amarmi;

mi basta così.

Se torno a lagnarmi

che Nice m'offenda,

per me più non splenda

la luce del .

Son reo, non mi difendo:

puniscimi, se vuoi. Pur qualche scusa

merita il mio timor. Tirsi t'adora;

io lo so, tu lo sai. Seco in disparte

ragionando ti trovo: al venir mio

tu vermiglia diventi,

ei pallido si fa; confusi entrambi

mendicate gli accenti; egli furtivo

ti guarda, e tu sorridi... Ah quel sorriso,

quel rossore improvviso

so che vuol dir! La prima volta appunto

ch'io d'amor ti parlai, così arrossisti

sorridesti così, Nice crudele.

Ed io mi lagno a torto?

E tu non mi tradisci? Infida! ingrata!

barbara!... Aimè! Giurai fidarmi, ed ecco

ritorno a dubitar. Pietà, mio bene,

son folle: in van giurai; ma pensa al fine

che amor mi rende insano

che il primo non son io che giuri in vano.

Giura il nocchier, che al mare

non presterà più fede,

ma, se tranquillo il vede,

corre di nuovo al mar.

Di non trattar più l'armi

giura il guerrier tal volta,

ma, se una tromba ascolta

già non si sa frenar.

 




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