- DALLE « CANZONETTE »
- 4 - La partenza (Composta dall'autore in Vienna l'anno 1746)
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Ecco quel fiero
istante;
Nice, mia Nice,
addio.
Come vivrò, ben
mio,
così lontan da te?
Io vivrò sempre in
pene,
io non avrò più
bene;
e tu, chi sa se mai
ti sovverrai di me!
Soffri che in
traccia almeno
di mia perduta pace
venga il pensier
seguace
su l'orme del tuo
piè.
Sempre nel tuo
cammino,
sempre m'avrai
vicino;
e tu, chi sa se mai
ti sovverrai di me!
Io fra remote
sponde
mesto volgendo i
passi,
andrò chiedendo ai
sassi,
la ninfa mia dov'è?
Dall'una all'altra
aurora
te andrò chiamando
ognora,
e tu, chi sa se mai
ti sovverrai di me!
Io rivedrò sovente
le amene piagge, o
Nice,
dove vivea felice,
quando vivea con
te.
A me saran tormento
cento memorie e
cento;
e tu, chi sa se mai
ti sovverrai di me!
Ecco, dirò, quel
fonte,
dove avvampò di
sdegno,
ma poi di pace in
pegno
la bella man mi
diè.
Qui si vivea di
speme;
là si languiva
insieme;
e tu, chi sa se mai
ti sovverrai di me!
Quanti vedrai
giungendo
al nuovo tuo
soggiorno,
quanti venirti
intorno
a offrirti amore e
fé!
Oh Dio! chi sa fra
tanti
teneri omaggi e
pianti,
oh Dio! chi sa se
mai
ti sovverrai di me!
Pensa qual dolce
strale,
cara, mi lasci in
seno:
pensa che amò
Fileno
senza sperar mercé:
pensa, mia vita, a
questo
barbaro addio
funesto;
pensa... Ah chi sa
se mai
ti sovverrai di me!
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