SEM.
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Gran cose io temo. Il mio germano Arbace
Parte pria dell’aurora. Il padre armato
Incontro, e non mi parla. Accusa il Cielo
Agitato Artaserse, e m’abbandona.
Megabise, che fu? Se tu lo sai,
Determina il mio core
Fra tanti suoi timori a un sol timore.
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MEG.
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E tu sola non sai che Serse ucciso
Fu poc’anzi nel sonno?
Che Dario è l’uccisore? e che la reggia
Fra le gare fraterne arde divisa?
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SEM.
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Che ascolto! Or tutto intendo.
Miseri noi! misera Persia!
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MEG.
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Eh lascia
D’affliggerti, o Semira. Hai forse parte
Fra l’ire ambiziose e fra i delitti
Della stirpe real? Forse paventi
Che un re manchi alla Persia? Avremo, avremo
Pur troppo a chi servir. Si versi il sangue
De’ rivali germani, inondi il trono:
Qualunque vinca, indifferente io sono.
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SEM.
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Ne’ disastri d’un regno
Ciascuno ha parte, e nel fedel vassallo
L’indifferenza è rea. Sento che immondo
È del sangue paterno un empio figlio,
Che Artaserse è in periglio; e vuoi ch’io miri
Questa vera tragedia,
Spettatrice indolente e senza pena,
Come i casi d’Oreste in finta scena?
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MEG.
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So che parla in Semira
D’Artaserse l’amor. Ma senti: o questo
Del germano trionfa, e, asceso in trono,
Di te non avrà cura; o resta oppresso,
E l’oppressor vorrà vederlo estinto:
Onde lo perdi, o vincitore o vinto.
Vuoi d’un labbro fedele
Il consiglio ascoltar? Scegli un amante
Uguale al grado tuo. Sai che l’amore
D’uguaglianza si nutre. E se mai porre
Volessi in opra il mio consiglio, allora
Ricordati, ben mio, di chi t’adora.
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SEM.
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Veramente il consiglio
Degno è di te; ma voglio
Renderne un altro in ricompensa, e parmi
Più opportuno del tuo: lascia d’amarmi.
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MEG.
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È impossibile, o cara,
Vederti e non amarti.
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SEM.
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E chi ti sforza
Il mio volto a mirar? Fuggimi, e un’altra
Di me più grata all’amor tuo ritrova.
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MEG.
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Ah che ’l fuggir non giova. Io porto in seno
L’immagine di te; quest’alma, avvezza
D’appresso a vagheggiarti, ancor da lungi
Ti vagheggia, ben mio. Quando il costume
Si converte in natura,
L’alma quel che non ha sogna e figura.
Sogna il guerrier le schiere,
Le selve il cacciator,
E sogna il pescator
Le reti e l’amo.
Sopito in dolce oblio,
Sogno pur io così
Colei, che tutto il dì
Sospiro e chiamo. (parte)
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