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Pietro Metastasio Artaserse IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA PRIMA
Dal carcere, o custodi, (nell’uscire verso la scena) Qui si conduca Arbace. Ecco adempite |
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Io non vorrei Che credessi, o signor, la mia domanda Pietà di padre o mal fondata speme Di trovarlo innocente. È troppo chiara La colpa sua: deve morir. Non altro Che la tua sicurezza. Ancor del fallo |
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La tua fortezza |
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Quanto costa al mio core! Intesi anch’io Le voci di natura; anch’io provai Ma fra le mie dubbiezze Il dover trionfò. Non è mio figlio |
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Mi parla per Arbace. Io più ti deggio Quanto meno il difendi. Ah! renderei Troppo ingrata mercede a’ merti tui, Se senza affanno io ti punissi in lui. Una via di salvarlo, una ragione, Ch’io possa dubitar del suo delitto. Le tue cure alle mie. |
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Che far poss’io, |
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Ma innocente si chiama. I labbri suoi Non son usi a mentir. Come in un punto Cangiò natura! Ah l’infelice ha forse Qualche ragion del suo silenzio. A lui Parli Artabano: ei svelerà col padre Quanto al giudice tace. Io m’allontano. In libertà seco ragiona: osserva, Esamina il suo cor. Trova, se puoi, Un’ombra di difesa. Accorda insieme La pace del tuo re, l’onor del trono. Ingannami, se puoi, ch’io ti perdono.
Fa che innocente sia, Che in ogni mia fortuna |