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Pietro Metastasio Artaserse IntraText CT - Lettura del testo |
Artabano, poi Arbace con alcune guardie.
Avvicinati: e voi (alle guardie) |
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ARB. |
(Il padre Solo con me!) |
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Di salvar la tua vita. Io chiesi ad arte La libertà di favellarti. Andiamo: |
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ARB. |
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Eh vieni, |
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ARB. |
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A tutti in odio il regio sangue. Andiamo: |
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ARB. |
Solo in pensarlo inorridisco. Ah, padre, |
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È già perduta Nella credenza altrui. Sei prigioniero, E comparisci reo. |
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ARB. |
Ma non è vero. |
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Questo non giova. È l’innocenza, Arbace, Di chi l’ammira; e, se le togli questo, In nulla si risolve. Il giusto è solo Chi sa fingerlo meglio, e chi nasconde |
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ARB. |
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ARB. |
Che mai la credi? |
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Che far possan gli dèi. |
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ARB. |
Che, usandone, si scema: ogni momento |
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ARB. |
No, perdona: sia questo Trasgredito da me. |
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Le resistenze tue. Sieguimi! (va a prenderlo) |
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ARB. |
(si scosta) |
In pace |
Lasciami, o padre. A troppo gran cimento Riduci il mio rispetto. Ah, se mi sforzi, Farò... |
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ARB. |
Nol so; ma tutto Farò per non seguirti. |
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E ben, vediamo |
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ARB. |
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T’accheta. |
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ARB. |
Rendetemi i miei lacci. Al carcer mio Guidatemi di nuovo. (Artabano lascia Arbace, vedendo i custodi) |
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ARB. |
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ARB. |
Se in questi momenti Che colpa non ha.
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