Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Pietro Metastasio
Attilio Regolo

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

Scena terza - Regolo, Licinio

 

REG. A respirar comincio: i miei disegni

il fausto Ciel seconda

LIC.     Al fin ritorno

con più contento a rivederti.    

REG. E donde

tanta gioia, o Licinio?  

LIC.     Ho il cor ripieno

di felici speranze. In fino ad ora

per te sudai.    

REG. Per me! 

LIC.     Sì. Mi credesti

forse ingrato così, ch'io mi scordassi

gli obblighi miei nel maggior uopo? Ah tutto

mi rammento, signor. Tu sol mi fosti

duce, maestro e padre. I primi passi

mossi, te condottiero,

per le strade d'onor: tu mi rendesti...

REG. Al fine, in mio favor, , che facesti?

LIC. Difesi la tua vita

e la tua libertà

REG. Come?  

LIC.     All'ingresso

del tempio, ove il Senato or si raccoglie,

attesi i padri, e ad uno ad un li trassi

nel desio di salvarti.     

REG.   (Oh dei, che sento!)

E tu...  

LIC.     Solo io non fui. Non si defraudi

la lode al merto. Io feci assai, ma fece

Attilia più di me.          

REG. Chi?      

LIC.     Attilia. In Roma

figlia non v'è d'un genitor più amante.

Come parlò! Che disse!

Quanti affetti destò! Come compose

il dolor col decoro! In quanti modi

rimproveri mischiò, preghiere e lodi!

REG. E i padri?          

LIC. E chi resiste

agli assalti d'Attilia? Eccola: osserva

come ride in quel volto

la novella speranza.

 

 




Precedente - Successivo

Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License