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Pietro Metastasio
Attilio Regolo

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Scena sesta - Attilia

 

ATT. Ah che pur troppo è ver! non han misura

della cieca fortuna

i favori e gli sdegni. O de' suoi doni

è prodiga all'eccesso,

o affligge un cor fin che nol vegga oppresso.

Or l'infelice oggetto

son io dell'ire sue. Mi veggo intorno

di nembi il ciel ripieno;

e chi sa quanti strali avranno in seno.

Se più fulmini vi sono,

ecco il petto, avversi dei:

me ferite, io vi perdono;

ma salvate il genitor.

Un'immagine di voi

in quell'alma rispettate;

un esempio a noi lasciate

di costanza e di valor.

 

 




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