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Pietro Metastasio
Catone in Utica

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CATONE IN UTICA

 

ARGOMENTO

 

Dopo la morte di Pompeo, il di lui contraddittore Giulio Cesare, fattosi perpetuo dittatore, si vide render omaggio non sol da Roma e dal Senato, ma da tutto il resto del mondo, fuorché da Catone il minore, senator romano, poi detto «uticense» dal luogo di sua morte: uomo venerato come padre della patria non men per l’austera integrità de’ costumi che pel valore; grande amico di Pompeo ed acerbissimo difensore della libertà. Questi, avendo raccolti in Utica i pochi avanzi delle disperse milizie pompeiane, coll’aiuto di Iuba re de’ Numidi, fedelissimo alla repubblica, ebbe costanza di opporsi alla felicità del vincitore. Cesare vi accorse con esercito numeroso, e, benché, in tanta disparità di forze, fosse sicuro di opprimerlo, pur, in vece di minacciarlo, innamorato della virtù di lui, non trascurò offerta o preghiera per farselo amico. Ma quegli, ricusando aspramente ogni condizione, quando vide disperata la difesa di Roma, volle almeno, uccidendosi, morir libero. Cesare a tal morte diè segni di altissimo dolore, lasciando in dubbio la posterità se fosse più ammirabile la generosità di lui, che venerò a sì alto segno la virtù ne’ suoi nemici, o la costanza dell’altro, che non volle sopravvivere alla libertà della patria. Tutto ciò si ha dagli storici: il resto è verisimile.

 

 

 




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