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Pietro Metastasio Catone in Utica IntraText CT - Lettura del testo |
EMI. |
Questo è dunque l’asilo Ch’io sperai da Catone? Un luogo istesso Vedova di Pompeo col suo nemico! Ove son le promesse? (a Catone) Ove la mia vendetta? |
FUL. |
È bella ancor). |
CAT. |
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EMI. |
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CES. |
A Cesare «oppressor»! Chi l’ombra errante Placò del gran Pompeo? Forse ti tolsi |
EMI. |
Io non la chiesi; Ma, già che vivo ancor, saprò valermi Contro te del tuo don. Fin che non vegga La tua testa recisa, e terre e mari Scorrerò disperata; in ogni parte Lascerò le mie furie; e tanta guerra Contro ti desterò, che non rimanga |
CAT. |
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CES. |
Se tanto ancora |
EMI. |
Ingiusta! E tu non sei La cagion de’ miei mali? Il mio consorte Tua vittima non fu? Forse presente Non ero allor che dalla nave ei scese Sul picciolo del Nilo infido legno? Che il sen gli aperse, e impetuoso il sangue Macchiar fuggendo al traditore il volto. Non mi gittai; ché questo ancor mi tolse L’onda frapposta e la pietade altrui; Di tanto già seguace mondo, un solo |
FUL. |
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CES. |
Io non ho parte alcuna Di Tolomeo nell’empietade. Assai |
CAT. |
Per gioia o per dolor? La gioia ancora Ha le lagrime sue. |
CES. |
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EMI. |
No, capace non sei, tu che potesti |
FUL. |
Tempo opportuno a favellar di pace. |
CAT. |
Al mio soggiorno Dunque in breve io vi attendo. E tu frattanto Lasciar l’affanno in libertà non déi, Figlia a Scipione ed a Pompeo consorte.
Arrossir troppo farai |