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Pietro Metastasio Catone in Utica IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA PRIMA
CES. |
Tutto, amico, ho tentato: alcun rimorso Più non mi resta. In van finsi fin ora Sperando pur che, della figlia al pianto, D’Utica a’ prieghi e de’ perigli a fronte, Si piegasse Catone. Or so ch’ei volle, Marzia svenar, perché gli chiese pace, Perché disse d’amarmi. Andiamo: ormai Giusto è il mio sdegno; ho tollerato assai. (in atto di partire) |
FUL. |
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CES. |
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FUL. |
Già su le porte |
CES. |
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FUL. |
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CES. |
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FUL. |
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CES. |
E quale? |
FUL. |
Un, che fra l’armi Milita di Catone, infino al campo Ti condurrà. |
CES. |
Chi è questi? |
FUL. |
Floro si appella: uno è di quei che scelse Emilia a trucidarti. Ei vien pietoso |
CES. |
Ov’è? |
FUL. |
Ti attende D’Iside al fonte. Egli mi è noto: a lui Fidati pure. Intanto al campo io riedo; |
CES. |
E fidarci così? |
FUL. |
Avran di te, che sei La più grand’opra lor, cura gli dèi.
Del folgore non è. |