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Pietro Metastasio Ciro riconosciuto IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA PRIMA
MAND.
Lo veggo, Mitridate: un vivo esempio
Tu sei di fedeltà. Non istancarti
L'istoria a raccontarmi: a pro di Ciro
E Cambise lo sa. Pensiamo entrambi
Le tue cure a premiar. (Perfido!) È vero
Che del merito tuo sempre minore
La mercede sarà; pur quel che feci
Poco a Mandane, a Mitridate assai.
MITR.
Questo tanto parlarmi
Di premio e di mercé troppo m'offende.
Mercenario così? S'inganna. Io fui
Già premiato abbastanza,
Compiendo il dover mio. Le rozze spoglie
Non trasformano un'alma. In me, lo sai,
Non è sventura. Io volontario elessi
Questa semplice vita; e forse appunto
Per serbarmi qual sono, e qual mi credi
Per mai non divenir.
MAND.
MITR.
Un tal pensiero
Tanto oltraggio mi fa...
MAND.
Mi trasportò. Dovea pensar che il solo
E tu ben vi giungesti, al grado estremo
D'un'eroica virtù, tutto ritrova,
Tutto dentro di sé: pieno si sente
D'un sincero piacer, d'una sicura
Tranquillità, che rappresenta in parte
Lo stato degli dèi. Di', tu lo provi,
Non è così?
MITR.
Sì; né di questa in vece
MAND.
MITR.
Io! principessa,
Io!
MAND.
Le tue frodi occultar? Speravi, iniquo,
Che in vece del mio figlio il tuo dovessi
Stringermi al sen? No, perfido! io non sono
Tanto in odio agli dèi. Ciro ho perduto;
Ma so perché; so chi l'uccise, e voglio
E posso vendicarmi.
MITR.
In quale inganno,
MAND.
E comincia a tremar. Sappi che in questo
MITR.
Ah! come?
MAND.
Ed io,
Sentimi, traditore; io fui che l'empio
MITR.
Tu stessa!
MAND.
Vedi se può sperar: solingo è il loco,
MITR.
Ah, che facesti,
Sconsigliata Mandane! Ah! corri, ah! Dimmi
Qual luogo almeno...
MAND.
Oh! questo no: potresti
Forse giugnere in tempo. Il loco ancora
Saprai, ma non sì presto.
MITR.
Ah, principessa,
Pietà di te! Quel che tu credi Alceo,
È il tuo Ciro, è il tuo figlio.
MAND.
Eh! questa volta
MITR.
MAND.
MITR.
Odimi. Io voglio
Qui fra' lacci restar: tu corri intanto
La tragedia a impedir. Se poi t'inganno,
Squarciami allora il sen.
MAND.
Ma non ti giova: in quest'angustia, il colpo
Ti basta differir. Sai ch'io non posso
D'alcun fidarmi, e ti prometti intanto
MITR.
Che far degg'io,
Santi numi del ciel? Povero prence!
Infelici mie cure! Io mi protesto
Di bel nuovo, o Mandane: il finto Alceo
È Ciro, è il figlio tuo: salvalo! corri!
Credimi per pietà! Se non mi credi,
Diventi, o principessa,
L'orror, l'odio del mondo e di te stessa.
MAND.
Non m'inganni però.
MITR.
Ma questo, oh Dio!
Merta sì poca fé? Vaglion sì poco
MAND.
In quelle appunto
Conosco il padre. In tale stato anch'io,
Barbaro! son per te. Provalo: impara
MITR.
(Oh nostra folle,
Delle miserie sue!) Parla, Mandane:
Ciro dov'è? Vorrai parlar, ma quando
Tardi sarà.
MAND.
Di più, non aspettar.
MITR.
Dove corro? che fo? Che giorno è questo!
Ah! non tacer così.
Chi almen, chi per mercé