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Pietro Metastasio Demetrio IntraText CT - Lettura del testo |
FEN. |
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FEN. |
Pallido, semivivo, e per l’affanno Quasi fuori di sé. La dura legge Di più non rivederti È un colpo tal che gli trafigge il core, Che lo porta a morir. Freme, sospira, Prega, minaccia; e fra le smanie e ’l pianto |
Ah, Fenicio crudel! Da te sperava La vacillante mia Mal sicura virtù qualche sostegno, Non impulsi a cader. Perché ritorni Barbaramente a ritentar la viva |
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FEN. |
Del mio paterno amor questo trasporto. Figlio del mio sudor; pianta felice, Dalle mie cure e dai consigli miei; |
BARS. |
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FEN. |
Così bella speranza in un momento? Sì robusta vecchiezza e sì vivace, Che possa a questo colpo Sopravvivere un dì. |
Che far poss’io? |
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FEN. |
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Oh Dio! |
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FEN. |
Ti veggo intenerir. Pietà di lui, Pietà di me! Questo canuto crine, |
Eh! resista chi può: digli che venga. (lacera il foglio e si alza da sedere) |
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BARS. |
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FEN. |
(Basta che vegga Alceste, e Alceste ha vinto). (in atto di partire, s’incontra in Olinto) |