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Pietro Metastasio
Demetrio

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Fenicio e Barsene

 

 

FEN.

Il tuo zelo eccessivo

Intendere io non so. La nobil cura

Della gloria di lei troppo ti preme.

Sensi così severi

Nel cor d’una donzella

Figurarmi non posso. Altro interesse,

Sotto questi d’onor sensi fallaci,

Nascondi in sen. Ma t’arrossisci e taci?

Parla. Saresti mai

Rival di Cleonice? Io ben ti vidi

Talor gli occhi ad Alceste

Volger furtivi e sospirar. Ma tanto

Ingrata non sarai. La tua regina

Querelarsi a ragion di te potria.

BARS.

Ma, se l’amo, o Fenicio, è colpa mia?

 

Saria piacer, non pena,

La servitù d’amore,

Quando la sua catena

Sceglier potesse un core

Che prigionier si fa.

Ma, quando s’innamora,

Ama ed amor non crede;

E se n’avvede allora

Che sciogliersi non sa. (parte)

 

 

 




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