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Pietro Metastasio
Demetrio

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SCENA QUINDICESIMA

 

Fenicio solo.

 

FEN.

Fenicio, che farai? Tutto s’oppone

Al tuo nobil desio. Pietosi dèi,

Vindici de’ monarchi,

Voi vedete il mio core. Io non vi chiedo

Uno scettro per me. Sarebbe indegno

Della vostra assistenza il voto avaro.

Favor chiedo e riparo

Per un oppresso re. Chi sa? talora

Nasce lucido il da fosca aurora.

 

Disperato in mar turbato,

Sotto ciel funesto e nero,

Pur talvolta il passeggiero

Il suo porto ritrovò.

E, venuti i felici,

Va per giuoco in su l’arene,

Disegnando ai cari amici

I perigli che passò.

 

Fine dell’atto Secondo





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