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Pietro Metastasio Demetrio IntraText CT - Lettura del testo |
È ’l meditar dall’eseguir le imprese. Finché mi sei presente, Facile credo il riportar vittoria, E parmi che l’amor ceda alla gloria. Ma, quando poi mi trovo Priva di te, s’indebolisce il core, |
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ALC. |
Che vuoi dirmi perciò? |
Che non poss’io Viver senza di te. Se Alceste e il regno |
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ALC. |
Come! |
Su queste arene Rimaner non conviene. Aure più liete A respirare altrove Teco verrò. |
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ALC. |
Meco verrai! Ma dove? Cara, se avessi anch’io, Sudor degli avi miei, sudditi e trono, Sarei, più che non sono, Facile a compiacere il tuo disegno; |
Quella pace godrò che in regio tetto Lunge da te questo mio cor non gode. Che vegliando assicuri i miei riposi: Non verranno a recar sonni interrotti. Di rari cibi in lucid’oro accolti; Di propria man, non porteranno, aspersi Sconosciuta la morte in questo seno. Ma sarà meco Alceste. E sempre il sole, Quando tramonta e l’occidente adorna, Con te mi lascerà, |
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ALC. |
Cleonice adorata, in queste ancora D’alma gentil che nell’amore eccede, |
ALC. |
E tu capace Mi credi di soffrirlo? Ah! bisognava Meglio la tua virtude, e meno amante Farmi della tua gloria. Io fra le selve La tua sorte avvilir? L’anime grandi Non son prodotte a rimaner sepolte In languido riposo; ed io sarei All’Asia debitor di quella pace, Che fra tante vicende, Dalla tua man, dalla tua mente attende. Delle lagrime nostre E del nostro dolor. Tu fosti, o cara, Quella che m’insegnasti Ad amarti così. Gloria sì bella Merita questa pena. Ai dì futuri L’istoria passerà de’ nostri amori, Ma congiunta con quella Della nostra virtude; e se non lice Felicemente infino all’ore estreme, |
Deh! perché qui raccolta Tutta l’Asia non è? ché l’Asia tutta Di quell’amor, che in Cleonice accusa, Nel tuo parlar ritroveria la scusa. Io vacillai; ma tu mi rendi, o caro, La mia virtude, e nella tua favella Quell’istessa virtù mi par più bella. Gli effetti in me di tua fortezza. Alceste, Seguimi nella reggia. Il nuovo sposo Da me saprai. Dell’imeneo reale Ti voglio spettator. |
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ALC. |
Troppa costanza Brami da me. |
Ci sosterremo insieme, Emulandoci a gara. |
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ALC. |
Il barbaro martìr d’un vero amante, |
Fidati pur di me. Allor che t’abbandono, Conoscerai chi sono; E l’esserti infedele |