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Pietro Metastasio Demofoonte IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA PRIMA
Orti pensili, corrispondenti a vari appartamenti della reggia di Demofoonte.
Credimi, o padre: il tuo soverchio affetto Rende sicuro. A domandar che solo |
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E ti par poco? Io forse, Son men padre del re? D’Apollo il cenno Vuol che su l’are sue si sparga il sangue Ogni anno in questo dì; ma non esclude Le vergini reali. Ei, che si mostra Sì rigido custode, agli altri insegni Con l’esempio costanza. A sé richiami Le allontanate ad arte Sue regie figlie. I nomi loro esponga Anch’egli al caso. All’agitar dell’urna, Provi egli ancor d’un infelice padre Come palpita il cor; come si trema La mano accosta il sacerdote, e quando L’estratto nome a pronunciar s’appresta; E arrossisca una volta |
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E questeA lor s’aspetta interpretar. |
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Non quando |
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Ah! meglio Pensaci, o genitor. L’ira ne’ grandi Tarda s’estingue. È temeraria impresa Che ha congiunto il poter. Già il re pur troppo |
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In vanoL’odio di lui tu mi rammenti e l’ira: La ragion mi difende, il Ciel m’inspira.
O più tremar non voglioFra tanti affanni e tanti; Ha da tremar con me. Ambo siam padri amanti,Parla egualmente in petto |