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Pietro Metastasio
Demofoonte

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SCENA SETTIMA

 

Creusa e Cherinto

 

CRE.

Numi! a Creusa, alla reale erede

Dello scettro di Frigia un tale oltraggio!

Cherinto, hai cor?

CHER.

L’avrei

Se tu non mel toglievi.

CRE.

Ah! l’onor mio

Vendica tu, se m’ami. Il cor, la mano,

Il talamo, lo scettro,

Quanto possiedo, è tuo: limite alcuno

Non pongo al premio.

CHER.

E che vorresti?

CRE.

Il sangue

Dell’audace Timante.

CHER.

Del mio german?

CRE.

Che! impallidisci? Ah vile!

Va! troverò chi voglia

Meritar l’amor mio.

CHER.

Ma, principessa...

CRE.

Non più! Lo so, siete d’accordo entrambi,

Scellerati, a tradirmi.

CHER.

Io! Come! E credi

Così, dunque, il mio amor poco sincero?

CRE.

Del tuo amor mi vergogno, o falso o vero.

 

Non curo l’affetto

D’un timido amante,

Che serba nel petto

Sì poco valor.

Che trema, se deve

Far uso del brando,

Ch’è audace sol quando

Si parla d’amor. (parte)

 

 

 




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