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Pietro Metastasio Demofoonte IntraText CT - Lettura del testo |
Demofoonte, dal destro lato, con ispada alla mano; guardie per tutte le parti; e detti.
DEM. |
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TIM. |
Ah! padre, ah! dove Vieni ancor tu? |
DEM. |
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TIM. |
(vede crescere il numero della guardie, e si pone innanzi alla sposa) Alcuno |
Pensa a te. |
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DEM. |
No, custodi, Non si stringa il ribelle: al suo furore Fin dove giungerà. Via! su! compisci L’opera illustre. In questo petto immergi Quel ferro, o traditor! Tremar non debbe Nel trafiggere un padre |
TIM. |
Oh Dio! |
DEM. |
Chi ti trattien? Forse il vedermi La destra armata? Ecco l’acciaro a terra. Brami di più? Senza difesa io t’offro Il tuo maggior nemico. Or l’odio ascoso Puoi soddisfar: puniscimi d’averti Prodotto al mondo. A meritar fra gli empi Il primo onor poco ti manca: ormai Il più facesti. Altro a compir non resta Fumante ancor, la scellerata mano |
TIM. |
Taci, non più! Con quei crudeli accenti L’anima mi trafiggi. Il figlio reo, Il colpevole acciaro (s’inginocchia) Ecco al tuo piè. Quest’infelice vita Riprenditi, se vuoi; ma non parlarmi Mai più così. So ch’io trascorsi, e sento |
(In che stato è per me!) |
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DEM. |
(S’io non avessi Della perfidia sua prove sì grandi, Mi sedurrebbe. Eh! non s’ascolti). A’ lacci |
TIM. |
(s’alza e va egli stesso a farsi incatenare) Dove son le catene? |
DEM. |
All’oltraggiato nume |
TIM. |
Ah! ch’io non posso Difenderti, ben mio! |
TIM. |
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DEM. |
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TIM. |
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DEM. |
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TIM. |
Ma ch’io mi vegga Non sarà ver. Si differisca almeno Il suo morir. Sacri ministri, udite: Sentimi, o padre. Esser non può Dircea La vittima richiesta. Il sacrifizio |
DEM. |
Per qual ragione? |
TIM. |
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DEM. |
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TIM. |
E ben Dircea |
DEM. |
Come! |
(Io tremo per lui!) |
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DEM. |
Che ascolto mai! L’incominciato rito Sospendete, o ministri. Ostia novella Sceglier convien. Perfido figlio! e queste Ch’io nutrivo di te? Così rispetti Le umane leggi e le divine? In questa Guisa tu sei della vecchiezza mia |
Non sdegnarti, Signor, con lui: son io la rea; son queste Infelici sembianze. Io fui, che troppo Mi studiai di piacergli; io lo sedussi Con lusinghe ad amarmi; io lo sforzai |
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TIM. |
Ah! non è vero: Non crederle, signor. Diversa affatto È l’istoria dolente. È colpa mia La sua condescendenza. Ogni opra, ogni arte Ho posta in uso. Ella da sé lontano Mi scacciò mille volte; e mille volte Feci ritorno a lei. Pregai, promisi, Costrinsi, minacciai. Ridotto al fine Mi vide al caso estremo: in faccia a lei |
E pur... |
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DEM. |
Tacete! (Un non so che mi serpe Di tenero nel cor, che in mezzo all’ira, Vorrebbe indebolirmi. Ah! troppo grandi Sono i lor falli; e debitor son io |
TIM. |
Almen congiunti... |
DEM. |
Sarete, anime ree, sarete insieme.
Perfidi! già che in vitaV’accompagnò la sorte, Non vi scompagnerà. Unito fu l’errore;Non vi distinguerà. (parte) |