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Pietro Metastasio Didone abbandonata IntraText CT - Lettura del testo |
DIDONE Enea, d'Asia splendore,
la nascente Cartago alza la fronte.
son quegli archi, que' templi e quelle mura:
ma de' sudori miei
l'ornamento più grande, Enea, tu sei.
Tu non mi guardi, e taci? In questa guisa
con un freddo silenzio Enea m'accoglie?
Forse già dal tuo core
di me l'immago ha cancellata Amore?
giuro a tutti gli dei, sempre è presente:
né tempo o lontananza
questo ancor giuro ai numi, il foco mio.
DID. Che proteste! Io non chiedo
giuramenti da te: perch'io ti creda,
un tuo sguardo mi basta, un tuo sospiro.
a me più non pensar.
Io, che per te sol vivo? Io, che non godo
E qual tempo scegliesti! Ah troppo, troppo
generosa tu sei per un ingrato.
DID. Ingrato Enea! Perché? Dunque noiosa
ti sarà la mia fiamma.
ENEA Anzi giammai
con maggior tenerezza io non t'amai.
Ma...
DID. Che?
Spiegalo tu per me.