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Pietro Metastasio
Didone abbandonata

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Scena undicesima - Iarba, Selene

 

IARBA Non partirà, se pria...

SEL. Da lui che brami?

IARBA Il suo nome.

SEL. Il suo nome

senza tanto furor da me saprai.

IARBA A questa legge io resto.

SEL. Quell'Enea, che tu cerchi, appunto è questo.

IARBA Ah! m'involasti un colpo,

che al mio braccio offeriva il Ciel cortese.

SEL. Ma perché tanto sdegno? In che t'offese?

IARBA Gli affetti di Didone

al mio signor contende;

t'è noto, e mi domandi in che m'offende?

SEL. Dunque supponi, Arbace,

che scelga a suo talento il caro oggetto

un cor che s'innamora?

Nella scuola d'amor sei rozzo ancora.

 




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