- ATTO PRIMO
- Scena diciottesima - Enea
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ENEA E soffrirò che sia
sì barbara mercede
premio della tua fede, anima mia!
Tanto amor, tanti doni...
Ah! pria ch'io t'abbandoni,
pèra l'Italia, il mondo;
resti in obblio profondo
la mia fama sepolta;
vada in cenere Troia un'altra
volta.
Ah che dissi! Alle mie
amorose follie,
gran genitor, perdona: io n'ho
rossore.
Non fu Enea che parlò, lo disse
Amore.
Si parta... E l'empio moro
stringerà il mio tesoro?
No... Ma sarà frattanto
al proprio genitor spergiuro il
figlio?
Padre, Amor, Gelosia, numi,
consiglio!
Se resto sul lido,
se sciolgo le vele,
infido, crudele
mi sento chiamar.
E intanto, confuso
nel dubbio funesto,
non parto, non resto,
ma provo il martìre,
che avrei nel partire,
che avrei nel restar.
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