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Pietro Metastasio
Didone abbandonata

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Scena diciottesima - Enea

 

ENEA E soffrirò che sia

barbara mercede

premio della tua fede, anima mia!

Tanto amor, tanti doni...

Ah! pria ch'io t'abbandoni,

pèra l'Italia, il mondo;

resti in obblio profondo

la mia fama sepolta;

vada in cenere Troia un'altra volta.

Ah che dissi! Alle mie

amorose follie,

gran genitor, perdona: io n'ho rossore.

Non fu Enea che parlò, lo disse Amore.

Si parta... E l'empio moro

stringerà il mio tesoro?

No... Ma sarà frattanto

al proprio genitor spergiuro il figlio?

Padre, Amor, Gelosia, numi, consiglio!

Se resto sul lido,

se sciolgo le vele,

infido, crudele

mi sento chiamar.

E intanto, confuso

nel dubbio funesto,

non parto, non resto,

ma provo il martìre,

che avrei nel partire,

che avrei nel restar.

 

 




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