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Pietro Metastasio Didone abbandonata IntraText CT - Lettura del testo |
DID. Come! Ancor non partisti? Adorna ancora
questi barbari lidi il grande Enea?
che, già varcato il mar, d'Italia in seno
popoli debellati e regi oppressi.
mal conviene al tuo cor, bella regina.
Del tuo, dell'onor mio
sollecito ne vengo. Io so che vuoi
ch'io vendichi in tal guisa i torti miei:
se per me lo condanni...
DID. Condannarlo per te! Troppo t'inganni.
che Dido a te pensò. Spenta è la face,
e del tuo nome or mi rammento appena.
DID. Io non so qual ei sia, lo credo Arbace.
tutta contro di te l'Africa irrìti.
tu provvedi a' tuoi regni, io penso al mio.
Senza di te finor leggi dettai;
sorger senza di te Cartago io vidi.
Felice me, se mai
tu non giungevi, ingrato, a questi lidi!
ENEA Se sprezzi il tuo periglio,
donalo a me: grazia per lui ti chieggio.
il mio regno e me stessa al tuo gran merto.
ad eroe sì pietoso, a' giusti prieghi
di tanto intercessor nulla si nieghi.
Inumano! tiranno! È forse questo
l'ultimo dì che rimirar mi dèi:
vieni su gli occhi miei;
sol d'Arbace mi parli, e me non curi!
T'avessi pur veduto
d'una lagrima sola umido il ciglio!
un segno di pietade in te non trovo:
Per tanti oltraggi ho da premiarti ancora?
Perché tu lo vuoi salvo, io vuo' che mora.
ad onta del destin l'idolo mio,
rinnovar co' sospiri il tuo dolore?
Ah! se per me nel core
qualche tenero affetto avesti mai,
placa il tuo sdegno e rasserena i rai.
che tuo cor, che tuo bene un dì chiamasti;
quel che sinora amasti
più della vita tua, più del tuo soglio;
quello...
DID. Basta; vincesti: eccoti il foglio.
Vedi quanto t'adoro ancora, ingrato!
Con un tuo sguardo solo
mi togli ogni difesa e mi disarmi.
Ed hai cor di tradirmi? E puoi lasciarmi?
Ah! non lasciarmi, no,
di chi mi fiderò,
se tu m'inganni?
che viver non potrei
fra tanti affanni.