- ATTO SECONDO
- Scena ottava - Selene, Enea, Araspe
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SEL. Tanto ardir nella reggia?
Olà, fermate.
Così mi serbi fé? Così difendi,
Araspe traditor, d'Enea la vita?
ENEA No, principessa, Araspe
non ha di tradimenti il cor
capace.
SEL. Chi di Iarba è seguace,
esser fido non può.
ARA. Bella Selene,
puoi tu sola avanzarti
a tacciarmi così.
SEL. T'accheta, e parti.
ARA. Tacerò, se tu lo brami;
ma fai torto alla mia fede,
se mi chiami traditor.
Porterò lontano il piede;
ma di questi sdegni tuoi
so che poi tu avrai rossor.
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