- ATTO TERZO
- Scena nona - Selene, Didone, Osmida
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SEL. Oh Dio, germana!
Al fine Enea...
DID. Partì?
SEL. No, ma fra poco
le vele scioglierà da' nostri
lidi.
Or ora io stessa il vidi
verso i legni fugaci
sollecito condurre i suoi
seguaci.
DID. Che infedeltà! Che
sconoscenza! Oh dei!
Un esule infelice
Un mendìco stranier... Ditemi voi
se più barbaro cor vedeste mai?
E tu, cruda Selene,
partir lo vedi, ed arrestar nol
sai?
SEL. Fu vana ogni mia cura.
DID. Vanne, Osmida; e procura
che resti Enea per un momento
solo.
M'ascolti; e parta.
OSM. Ad ubbidirti io volo.
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