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Pietro Metastasio Didone abbandonata IntraText CT - Lettura del testo |
DID. Oh dei!
che al talamo reale ardon le tede.
DID. Lo so, questo è il momento
delle vendette tue; sfoga il tuo sdegno
or che ogni altro sostegno il Ciel mi fura.
IARBA Già ti difende Enea; tu sei sicura.
Mi volesti infelice? Eccomi sola,
senza Enea, senza amici, e senza regno.
Debole mi volesti? Ecco Didone
ridotta al fine a lagrimar. Non basta?
Mi vuoi supplice ancor? Sì, de' miei mali
da Iarba per pietà la morte imploro.
IARBA (Cedon gli sdegni miei).
sì barbaro non son, qual tu mi credi.
Del tuo pianto ho pietà; meco ne vieni.
e mia sposa ti guido al letto e al trono.
d'un empio, d'un crudel, d'un traditore,
non conosce dover, non cura onore?
No, la disgrazia mia non giunse a tanto.
IARBA In sì misero stato insulti ancora!
s'accrescano le fiamme. In un momento
si distrugga Cartago; e non vi resti
orma d'abitator che la calpesti.
SEL. Pietà del nostro affanno!
IARBA Or potrai con ragion dirmi tiranno.
e ignota al passeggiero
Cartagine sarà.
Se a te del mio perdono