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Pietro Metastasio
Didone abbandonata

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Scena diciottesima- Osmida, Selene, Didone

 

OSM. Cedi a Iarba, o Didone.

SEL. Conserva con la tua la nostra vita.

DID. Solo per vendicarmi

del traditore Enea,

che è la prima cagion de' mali miei,

l'aure vitali io respirar vorrei.

Ah! faccia il vento almeno,

facciano almen gli dei le mie vendette.

E folgori e saette,

e turbini e tempeste

rendano l'aure e l'onde a lui funeste.

Vada ramingo e solo; e la sua sorte

così barbara sia,

che si riduca ad invidiar la mia.

SEL. Deh modera il tuo sdegno. Anch'io l'adoro,

e soffro il mio tormento.

DID. Adori Enea!

SEL. Sì, ma per tua cagione...

DID. Ah disleale!

Tu rivale al mio amor?

SEL. Se fui rivale,

ragion non hai...

DID. Dagli occhi miei t'invola;

non accrescer più pene

ad un cor disperato.

SEL. (Misera donna, ove la guida il fato!)

 




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