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Pietro Metastasio L'endimione IntraText CT - Lettura del testo |
AMO. |
Non isdegnar che un pastorello umile |
DIA. |
Chi sei tu? Donde vieni? E qual desio A passeggiar ti tragge |
AMO. |
Alceste è il nome mio; di Cipro in seno Apersi i lumi ai primi rai del giorno, Fur mio dolce pensier l'arco e gli strali. |
DIA. |
E tu fanciullo ancora Osi aggravare il mal sicuro fianco |
AMO. |
Un dardo ancor non ha scoccato in vano. Ben della mia possanza |
DIA. |
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AMO. |
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DIA.
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AMO.
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DIA. |
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AMO. |
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DIA. |
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AMO. |
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DIA. |
Orsù, teco non voglio Consumar vaneggiando il tempo in vano, Se me seguir tu vuoi, Amante esser non puoi. |
AMO. |
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DIA. |
Alla debole età l'error perdono. Se tal non fossi, allora Più saggio apprenderesti |
AMO. |
Dall'ira tua mi salverebbe Amore. |
Da me non fuggirai. Tu non senta i miei strali, e vada illesa Dalle soavi mie fiamme feconde, Da cui non son sicuri i sassi e l'onde.
Quel ruscelletto Che l'onde chiare Or or col mare Nel mormorio Del foco mio Colle sue sponde Quell'augelletto Ma non al core La libertà, In sua favella Per la sua bella, Che ancor non riede, Piangendo sta.
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