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Pietro Metastasio
L'endimione

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NICE ed ENDIMIONE.

 

NIC.

Care selve romite,

Un tempo a me gradite,

E del crudo idol mio meno inumane,

Deh lasciate ch'io sfoghi

Delle vostr'ombre almeno

Col taciturno orrore,

Se con altri non posso, il mio dolore.

END

Leggiadra Nice.

NIC.

(Ecco il crudel.) Che brami?

END.

Dimmi: vedesti a sorte

Fuggir per la foresta

Da' mie' cani seguito

Un cavriol ferito?

NIC.

Il cavriol non vidi;

Ma serbo un' altra preda

Avvezza a tollerar le tue ferite,

E forse ancor di quella,

Che cerchi tu, più mansueta e bella.

END.

Tu meco scherzi, o Nice.

Se il cavriol vedesti,

Me l'addita e mel rendi.

NIC.

Io già tel dissi

Che veduto non l'ho.

END.

Fin dall'aurora

Gli offesi con un dardo il destro lato;

Indi dal colle al prato,

Dal poggio al fonte e dalla selva al piano

Ne cerco l'orme, e m'affatico in vano.

NIC.

Se questa hai tu perduta,

Non mancano altre fere alla foresta.

Deh meco il passo arresta!

Forse che a questa fonte

La sete, il caso o la sua sorte il guida.

Tu posa intanto il fianco

Sul margine odoroso

Di quel limpido rio,

(Il vo' dir tuo malgrado ) idolo mio.

END.

Nice, s'è ver che m'ami,

Che la mia pace brami,

Con quel parlar noioso

Non turbarmi importuna il mio riposo

NIC.

Dunque tanto abborrisci,

Crudel, gli affetti miei?

END.

Se d'amor m'intendessi, io t'amerei.

NIC.

Tu d'amor non t'intendi? E come, ingrato,

Chiudi in que' rai lucenti

Tanto ardor, tanto foco, e tu nol senti?

END.

 

Indarno, o bella Nice,

Ingrato tu mi chiami.

Se amar non ti poss'io, da me che brami?

NIC.

E pur sì vil non sono;

Non han queste foreste

Ninfa di me più fida, e forse ancora

V'è chi amando si strugge al mio sembiante.

END.

Ma non per questo Endimione è amante.

 

Dimmi che vaga sei,

Dimmi che hai fido il core;

Ma non parlar d'amore,

Ch'io non t'ascolterò.

Sol cacciator son io,

Le fere attendo al varco;

Fuorchè gli strali e l'arco,

Altro piacer non ho.

 

NIC.

Se provassi una volta

Il piacer che ritrova

Nell'esser riamato un core amante,

Ti scorderesti allora

Fra quei teneri sguardi

E le selve e le fere e l'arco e i dardi.

END.

Quando l'arco abbandoni,

O non pensi alle fere un sol momento,

D'amar sarò contento.

NIC.

E frattanto degg'io

Così morir penando?

END.

No; vivi, o bella Ninfa;

O se morir ti piace,

Lascia ch'Endimion sen viva in pace.

NIC.

Chi la tua pace offende?

END.

I detti tuoi.

NIC.

meno udir mi vuoi? T'intendo, ingrato.

Forse il mirarmi ancora

Ti sarà di tormento:

Restati, e teco resti

Quella pace, o crudel, che a me togliesti.

 

Nell'amorosa face

Del ciglio lusinghier

Tu porti il Nume arcier,

Ma non nel core.

Allor che sul tuo volto

Tutto il piacer volò,

Nell'alma ti restò

Tutto l'orrore.

 

 

 

 




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