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Pietro Metastasio Ezio IntraText CT - Lettura del testo |
Ezio, preceduto da istromenti bellici, schiavi ed insegne de’ vinti,
seguìto da’ soldati vincitori e popolo, e detti.
Signor, vincemmo. Ai gelidi trioni Fuggitivo ritorna. Il primo io sono, Attila impallidir. Non vide il sole Più numerosa strage. A tante morti Era angusto il terreno. Il sangue corse S’udian confusi, e fra i timori e l’ire I forti, i vili, i vincitori, i vinti. La vittoria ondeggiò. Teme, dispera, Impacci al suo fuggir, l’acquisto a noi. Se una prova ne vuoi, |
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VAL. |
D’Attila sol: nel debellarlo, ancora Vincesti i voti miei. Tu rassicuri Su la mia fronte il vacillante alloro: |
Tutta non deve a me; v’è chi Li deve Solo al proprio valore. All’Adria in seno Un popolo d’eroi s’aduna, e cangia Con cento ponti e cento All’Oceàn la libertà dell’onde. E intanto su le sponde |
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VAL. |
Chi mai non sa qual sia D’Antenore la prole? È noto a noi Che, più saggia d’ogni altro, Dell’incendio crudel ch’Attila accese, E in grembo al mar la libertà difese. La novella cittade; e volgo in mente Se nascente è così. |
I semi in lei delle future imprese: Già s’avvezza a regnar. Sudditi i mari Temeranno i suoi cenni. Argine all’ire Sarà de’ regi; e porterà felice, |
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VAL. |
Secondi il Ciel. Fra queste braccia intanto (scende dal trono) Tu, del cadente impero e mio sostegno, Prendi d’amore un pegno. A te non posso Offrir che i doni tuoi. Serbami, amico, Che, fra gli acquisti miei, Il più nobile acquisto, Ezio, tu sei.
Breve sarà per lei E allora i regni miei (parte con Varo e pretoriani) |