VAL.
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Ogni via custodite ed ogni ingresso. (parlando ad
alcuni soldati, che partono)
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MASS.
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(Egli vive! Oh destin!)
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VAL.
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Massimo, Fulvia,
Chi creduto l’avria?
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MASS.
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Signor, che avvenne?
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VAL.
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Ah! maggior fellonia mai non s’intese.
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FUL.
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(Misero genitor!)
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MASS.
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(Tutto comprese).
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VAL.
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Di chi deggio fidarmi? I miei più cari
M’insidiano la vita.
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MASS.
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(Ardir). Come! E potrebbe
Un’anima sì rea trovarsi mai?
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VAL.
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Massimo, e pur si trova; e tu lo sai.
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MASS.
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Io!
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VAL.
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Sì; ma il Ciel difende
Le vite de’ monarchi. Emilio in vano
Trafiggermi sperò. Nel sonno immerso
Credea trovarmi, e s’ingannò. L’intesi
Del mio notturno albergo
L’ingresso penetrare. A’ dubbi passi,
Al tentar delle piume,
Previdi un tradimenio. In piè balzai,
Strinsi un acciar; contro il fellon, che fugge,
Fra l’ombre i colpi affretto. Accorre al grido
Stuol di custodi, e delle aperte logge
Mi veggo, al lume inaspettato e nuovo,
Sanguigno il ferro: il traditor non trovo.
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MASS.
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Forse Emilio non fu.
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VAL.
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La nota voce
Ben riconobbi al grido, onde si dolse
Allor che lo piagai.
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MASS.
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Ma per qual fine
Un tuo servo arrischiarsi al colpo indegno?
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VAL.
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Il servo lo tentò: d’altri è il disegno.
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FUL.
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(Oh Dio!)
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MASS.
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Lascia ch’io vada
In traccia del fellon. (in atto di partire)
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VAL.
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Cura è di Varo:
Tu non partire.
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MASS.
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(Ah, son perduto!) Io forse
Meglio di lui potrò...
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VAL.
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Massimo, amico,
Non lasciarmi così: se tu mi lasci,
Donde spero consiglio e donde aita?
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MASS.
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T’ubbidisco. (Io respiro).
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FUL.
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(Io torno in vita).
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MASS.
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Ma chi del tradimento
Tu credi autor?
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VAL.
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Puoi dubitarne? In esso
Ezio non riconosci? Ah! se mai posso
Convincerlo abbastanza, i giorni suoi
L’error mi pagheranno.
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FUL.
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(Mancava all’alma mia quest’altro affanno).
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MASS.
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Io non so figurarmi
In Ezio un traditor. D’esserlo almeno
Non ha ragion. Benignamente accolto...
Applaudito da te... come avria core?...
È ben ver che l’amore,
L’ambizion, la gelosia, la lode
Contaminan talor d’altrui la fede.
Ezio amato si vede,
È pien d’una vittoria,
Arbitro è delle schiere...
Eh potrebbe scordarsi il suo dovere.
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FUL.
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Tu lo conosci, ed in tal guisa, o padre,
Parli di lui?
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MASS.
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Son d’Ezio amico, è vero,
Ma suddito d’Augusto.
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VAL.
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E Fulvia
tanto
Difende un traditore? Ah, che il sospetto
Del geloso mio cor vero diviene.
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MASS.
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Credi Fulvia capace
D’altro amor che del tuo? T’inganni. In lei
È pietà la difesa, e non amore.
La minaccia, l’orrore
Di castigo e di morte
La fanno impietosir. Del sesso imbelle
La natia debolezza ancor non sai?
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