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Pietro Metastasio
Ezio

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SCENA SESTA

 

Varo con pretoriani, e detti.

 

FUL.

Varo, che rechi?

EZIO

È salva

Di Cesare la vita? Al suo riparo

Può giovar l’opra mia?

Che fa?

VARO

Cesare appunto a te m’invia.

EZIO

A lui dunque si vada.

VARO

Non vuol questo da te; vuol la tua spada.

EZIO

Come!

FUL.

Il previdi!

EZIO

E qual follia lo mosse?

E possibil sarà?

VARO

Così non fosse.

La tua compiango, amico,

E la sventura mia, che mi riduce

Un uffizio a compir contrario tanto

Alla nostra amicizia, al genio antico.

EZIO

Prendi: Augusto compiangi e non l’amico. (gli la spada)

 

Recagli quell’acciaro

Che gli difese il trono:

Rammentagli chi sono,

E vedilo arrossir.

E tu serena il ciglio, (a Fulvia)

Se l’amor mio t’è caro:

L’unico mio periglio

Sarebbe il tuo martìr.

(parte con guardie)

 

 

 




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