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Pietro Metastasio Ezio IntraText CT - Lettura del testo |
(nell’uscire, vedendo Fulvia, si ferma) Come tanta incostanza!) |
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FUL. |
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VAL. |
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VAL. |
E Fulvia ed io |
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FUL. |
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VAL. |
Ezio, m’ascolta, e a moderare impara, Per poco almeno, il naturale orgoglio, Che giovarti non può. Qui si cospira Contro di me. Del tradimento autore Ti crede ognun. Di fellonia t’accusa Il rifiuto d’Onoria, il troppo fasto Delle vittorie tue, l’aperto scampo Ad Attila permesso, il tuo geloso E temerario amor, le tue minacce, Di cui tu sai che testimonio io sono. |
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MASS. |
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Ingegnoso è il pretesto. Ove s’asconde Costui che t’assalì? Chi dell’insidia Autor mi afferma? Accusator tu sei Giudice e testimonio a un tempo istesso. |
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FUL. |
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VAL. |
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Perché si appone a me? Perché d’Onoria La destra ricusai? Dunque ad Augusto Serbai la libertà col mio sudore, Perché a me la togliesse anche in amore? Che mi convince reo? Dunque io dovea Attila imprigionar, perché d’Europa Senza il timor, che le congiunge a noi, Si volgessero poi contro l’impero? Cerca per queste imprese altro guerriero. Qual io mi sia, perché di me ragiono. |
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FUL. |
(Partir potessi). |
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VAL. |
Temeraria difesa. Altro t’avanza Per tua discolpa ancor? |
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VAL. |
Che diresti? |
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Chi solleva un ingrato. Anche ai sovrani De’ sudditi il valor; che a te dispiace D’essermi debitor, che tu paventi In me que’ tradimenti Che sai di meritar, quando mi privi D’un cor... |
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VAL. |
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FUL. |
(Aimè!) |
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VAL. |
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FUL. |
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VAL. |
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FUL. |
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MASS. |
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VAL. |
Ezio, tu sei D’ogni colpa innocente. Invido Augusto Di cotesta tua gloria, il tutto ha finto. Dall’eccelsa tua mente. Al suo sovrano Contrastando la sposa, |
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E al suo vassallo, |
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VAL. |
A quel che dici, |
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FUL. |
(Che pena!) |
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VAL. |
A lui |
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FUL. |
(a Valentiniano) |
È vero. |
VAL. |
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Non trionfar di me. Troppo ti fidi D’una donna incostante. A lei la cura Lascio di vendicarmi. Io mi lusingo |
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FUL. |
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MASS. |
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In questo stato Non conosco me stesso. In faccia a lei |
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FUL. |
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VAL. |
Fulvia, che fai? |
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FUL. |
Voglio partir, ché a tanti ingiusti oltraggi Più non resisto. |
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VAL. |
A punirlo così. |
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FUL. |
No, te ne priego: |
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VAL. |
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FUL. |
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VAL. |
Che dici? |
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MASS. |
(Aimè!) |
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FUL. |
E sino a quando Dissimular dovrò? Finsi fin ora, Cesare, per placarti; Ezio innocente Salvar credei. Per lui mi struggo; e sappi Ch’io non t’amo davvero, e non t’amai. E se i miei labbri mai |
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VAL. |
Ove son io! Che ascolto! |
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Vedi se t’ingannò la tua speranza. (a Valentiniano) |
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VAL. |
Ah temerario! ah ingrata! Olà, custodi, Toglietemi d’avanti |
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Il tuo furor del mio trionfo è segno. Chi più di me felice? Io cederei Per questa ogni vittoria. Attila vinto, a paragon di questo.
Ecco alle mie catene, Sì, ma quel core è mio; (a Valentiniano, accennando Fulvia) Sì, ma tu cedi a me. Ch’io dubitai di te. |