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Pietro Metastasio Ezio IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA PRIMA
Atrio delle carceri con cancelli di ferro in prospetto, che conducono a diverse prigioni.
Guardie a vista su la porta de’ detti cancelli.
ONOR. |
Ezio qui venga. È questa gemma il segno (alle guardie) Del cesareo volere. Il suo periglio Mi fa più amante; e la pietà, ch’io sento Tal fomento è all’amor, ch’io non so come Di due diversi affetti un solo affetto. Eccolo. Oh, come altero, O quell’alma è innocente, o non è vero Che immagine dell’alma è la sembianza. (esce Ezio da uno de’ cancelli, presso de’ quali restano le guardie) |
Questi del tuo germano Son, principessa, i doni. Avresti mai Potuto immaginarlo? In pochi istanti Tutto cangiò per me. Cinto d’allori |
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ONOR. |
Ezio, qualunque nasce alle vicende Della sorte è soggetto. Il primo esempio Dell’incostanza sua, duce, non sei. L’ingiustizia di lei Tu potresti emendar. Per mia richiesta |
E il crederò? |
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ONOR. |
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Non è poca richiesta. Ei vuol ch’io stesso M’accusi per timore. Ei vuole a prezzo Dell’innocenza mia Generoso apparir. Sa la mia fede, Prova rossor nell’oltraggiarmi a torto; Perciò mi vuole o delinquente o morto. |
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ONOR. |
Dunque con tanto fasto Lo sdegno tuo giustificar non déi; E, se innocente sei, placide, umìli Sian le tue scuse. A lui favella in modo Che non possa incolparti, Che non abbia coraggio a condannarti. |
ONOR. |
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E ben, si mora! |
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ONOR. |
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Dall’opre e non dai giorni. Onoria, i vili, Inutili a ciascuno, a sé mal noti, Cui non scaldò di bella gloria il foco, Vivendo lunga età vissero poco. Ma coloro che vanno |
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ONOR. |
Se di te non hai cura, Abbila almen di me. |
Che dici? |
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ONOR. |
Io t’amo: Più tacerlo nol so. Quando mi veggo A perderti vicina, i torti oblio; Ed è poca difesa |
Onoria, e tu sei quella Che umiltà mi consigli? In questa guisa Insuperbir mi fai. Potessi almeno, Come i tuoi pregi ammiro, amarti ancora! |
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ONOR. |
Mi sprezzi pur, mi sia crudel; ma viva. E se pur la tua vita Aborrisci così, perché m’è cara, Che sia degna di te. Coll’armi in pugno Mori vincendo; onde t’invìdi il mondo, Non ti compianga. |
Ad altri insegnerò come si mora. Farò invidiarmi in questo stato ancora.
Guarda pria se in questa fronte D’una colpa che non ha. (rientra nelle carceri, accompagnato dalle guardie) |